Sono stati presi in esami i dati di 234 bambini allergici di età compresa tra 0 e 17 anni, in cura presso la Rochester medical center pediatric allergy/immunology clinic.
Il campione era così suddiviso: 77 con allergia al latte vaccino, 70 con altre allergie alimentari di vario tipo e 87 con allergie non di origine alimentare.
Per ciascun gruppo sono stati presi in esame i dati relativi ai livelli ematici di vitamina D e ferro.
Uno stato di insufficienza di vitamina D, (25-OH vitamina D tra 21 e 29 ng/mL), è stata riportata nel 32% (n = 25) dei bambini con allergia al latte vaccino, nel 39% (n = 27) di quelli con altre allergie alimentari e nel 37% (n = 35) dei bambini senza allergie alimentari. Carenza di vitamina D, (25-OH vitamina D ≤ 20 ng/mL), è stata osservata nel 23% (n = 18) dei bambini con allergia al latte vaccino, nel 23% (n = 16) dei bambini con altre allergie alimentari e nel 13% (n = 11) dei bambini senza allergie alimentari.
In questo caso, un’analisi più approfondita ha consentito di stabilire un’ottima compensazione nei soggetti allergici al latte vaccino grazie a un’integrazione o al ricorso a latti o cibi alternativi fortificati con vitamina D.
Più allarmante, invece, il rischio di anemia sideropenica che ha riguardato circa l'8% dei bambini con allergia al latte vaccino rispetto all'1% di quelli con altre allergie alimentari e il 5% dei bambini con allergie non di origine alimentare.
Queste le conclusioni degli autori: “Situazioni di carenza o insufficienza di vitamina D sono comuni nei bambini allergici in generale, ma quelli con allergia al latte vaccino sono a più alto rischio di anemia da carenza di ferro. È bene sempre, in caso di allergie in giovane età, ricorrere a una consulenza nutrizionale in grado di monitorare situazione di deficit e suggerire interventi compensativi”.
Nicola Miglino