Alti livelli di Omega-3 garantisco migliori prospettive di vita

29 Aprile 2021

Secondo una nuova ricerca pubblicata su Nature communications, persone con livelli ematici più alti di Epa (Acido eicosapentaenoico) e Dha (Acido docosaexaenoico), godono di prospettive di vita migliori rispetto a coloro a chi ne è carente.

Per valutare il legame tra Omega-3 e mortalità, i ricercatori del Fatty acids and outcomes research consortium (Force), un gruppo internazionale di scienziati che da anni focalizza i propri studi sulla correlazione tra acidi grassi e salute, hanno effettuato un’analisi prospettica dei dati di 17 studi, per un totale di 42.466 persone coinvolte, seguite in media per 16 anni durante i quali si sono verificati 15.720 decessi.

Esaminando i dati è emerso che tra quanti appartenevano alla fascia del 90° percentile per livelli di Epa e Dha (valutati attraverso l’Omega-3 index che calcola la quantità di Epa e Dha sul totale degli acidi grassi presenti nelle membrane dei globuli rossi), il rischio di morte per qualsiasi causa era del 13% inferiore rispetto a quelli con valori al 10° percentile. Nello specifico, la mortalità per cause cardiovascolari, cancro o complessiva era inferiore, rispettivamente, del 15, 11 e 13% nel gruppo a più alto tasso ematico di Epa e Dha. Nessuna correlazione, invece per acido linolenico e acidi grassi a 18 atomi di carbonio.

Ricordiamo che un Omega-3 index inferiore al 4% indica una forte probabilità per un individuo di essere colpito da cardiopatia; per valori compresi 4 e 8% il pericolo è moderato mentre sopra l’8% la situazione è di basso rischio. Nello studio in esame, il range dell’Omega-3 index variava dal 3,5% al 10° percentile sino al 7.5% al 90°.

"Dal momento che i nostri risultati sono stati corretti statisticamente per eliminare eventuali fattori confondenti, quali, tra gli altri, età, sesso, peso, fumo, diabete, pressione sanguigna, oltre ai livelli ematici di acidi grassi omega-6, riteniamo che questi siano i dati più solidi oggi disponibili sull’efficacia preventiva a lungo termine di buoni livelli ematici di Omega-3”, sottolinea Bill Harris, fondatore del Fatty acid research institute, la Fondazione che ha guidato la ricerca.

Harris è lo scienziato che, 17 anni fa, ha contribuito all’elaborazione dell’Omega-3 index: il calcolo della quantità di Omega-3 presente nelle membrane dei globuli rossi offre una stima accurata della loro assunzione negli ultimi 4-6 mesi.

"Buoni livelli circolanti di Omega-3 a lunga catena possono influire su diversi sistemi cellulari in grado di contribuire a una riduzione del rischio di mortalità”, conclude Tom Brenna, docente di Nutrizione umana e chimica, alla Dell medical school dell'Università del Texas ad Austin. “Tra gli effetti promossi, quelli antinfiammatori, antidislipidemici, antipertensivi e antipiastrinici, insieme a un’azione positiva su adipociti e funzione endoteliale. La nostra review indica che gli Omega-3 a lunga catena quali Epa e Dha, solitamente ottenuti da fonti marine, sono fortemente correlati alla mortalità per tutte le cause, mentre gli Omega-3 derivanti da fonti vegetali, come l'acido alfa-linolenico, lo sono meno".

Nicola Miglino

 

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