Gli esperti hanno sottolineato l’importanza di non trascurare i primi segnali dell’ipertensione, ricordando che il rischio di morte per malattia cardiovascolare è direttamente proporzionale all’aumento dei livelli di pressione arteriosa, già a partire da valori di 115 mmHg sistolici e 75 mmHg diastolici.
“Gli integratori alimentari sono prodotti efficaci e sicuri, in particolare nelle condizioni di cosiddetta pressione normale-alta”, spiega Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica (Sinut).
“Esiste un’ampia letteratura scientifica a supporto dell’efficacia clinica di formulazioni naturali che combinano elementi in grado di modulare i livelli di pressione arteriosa. Per esempio, magnesio, ortosifon, biancospino e ibisco sono tra i principali componenti con efficacia dimostrata nel contrastare i primi segnali dell’ipertensione. I meccanismi d’azione di queste sostanze sono per lo più correlati al ripristino dell’omeostasi vascolare, con il vantaggio di non avere effetti ipotensivanti e risultando sicuri anche se utilizzati in soggetti fragili”.
Questi nutrienti hanno dimostrato di ridurre i valori di pressione arteriosa in media dai 2 ai 5 mm, con un impatto diretto sulla prevenzione del rischio cardiovascolare associato all’ipertensione. “È stato osservato - continua Cicero - che per ogni 2 mm di riduzione della pressione sistolica nella popolazione generale è possibile ottenere una riduzione del 7% dell’incidenza di cardiopatia ischemica e del 10% dell’incidenza di ictus”.
Ognuno dei nutrienti attivi sulla pressione arteriosa ha un meccanismo d’azione principale e almeno uno ancillare additivo: il biancospino è un Ace-inibitore e presenta proprietà rilassanti, il magnesio ha un effetto rilassante e in parte anche vasodilatatore, l'ortosifon è diuretico e ha un’azione secondaria Ace-inibitore, l'ibisco è infine un antiossidante, cui si associa anche un’azione additiva vasodilatatrice.
“Come già ampiamente dimostrato nel caso dell’ipercolesterolemia, oggi gli integratori alimentari rappresentano un’arma in più a disposizione degli specialisti anche per la riduzione del rischio cardiovascolare correlato alle prime manifestazioni di ipertensione arteriosa”, conclude Cicero.