Oms conferma: aspartame potenzialmente cancerogeno. Invariate le soglie di assunzione

14 Luglio 2023

Come previsto, l’Oms ha dichiarato ieri di aver classificato l'aspartame come "possibilmente cancerogeno per l'uomo", lasciando però invariato il livello di assunzione giornaliera accettabile. La sostanza è stata inserita nel Gruppo 2B, sulla base di test che riguardavano specificamente il carcinoma epatocellulare. Altri test sono stati effettuati su animali da laboratorio.

Contestualmente, Jecfa, il comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari formato dall'Oms e da un'altra agenzia delle Nazioni Unite, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura, ha concluso che non vi sia alcun motivo per modificare la dose giornaliera accettabile stabilita nel 1981, da zero a 40 milligrammi di aspartame per chilogrammo di peso corporeo. Con una lattina di bibita analcolica senza zucchero contenente tipicamente 200 o 300 mg di dolcificante aspartame, un adulto del peso di 70 kg dovrebbe quindi consumare più di 9-14 lattine al giorno per superare il limite, supponendo che non venga assunto ulteriore aspartame da altre fonti.

L'aspartame, ricordiamolo, è un dolcificante artificiale ampiamente utilizzato in vari alimenti e bevande dagli anni '80, tra cui bevande dietetiche, gomme da masticare, gelatina, gelati, latticini come yogurt, cereali per la colazione, dentifricio e farmaci come pastiglie per la tosse e pastiglie masticabili vitamine.

"Non stiamo consigliando alle aziende di ritirare i prodotti, né stiamo consigliando ai consumatori di smettere del tutto di consumarli", ha affermato Francesco Branca, direttore della nutrizione e della sicurezza alimentare dell'Organizzazione mondiale della sanità. “Stiamo solo suggerendo un po' di moderazione”.

La categoria del gruppo 2B comprende anche l’estratto di aloe vera e l’acido caffeico presenti nel tè e nel caffè. Secondo Paul Pharoah, Professore di epidemiologia del cancro al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, “Il pubblico in generale non dovrebbe preoccuparsi del rischio di cancro associato a una sostanza chimica classificata come gruppo 2B”. (n.m.)

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