Steatosi epatica: le promesse delle sostanze naturali con azione anti-angiogenesi

10 Luglio 2023

L'angiogenesi rappresenta uno stadio chiave dell'infiammazione e della fibrosi in caso di epatopatie. contribuendo alla progressione e al rimodellamento della fibrosi stessa e aggravando il quadro cinico. Per far fronte a questa insidia, attualmente vengono utilizzati molti farmaci anti-angiogenici, principalmente inibitori della tirosin-chinasi e anticorpi monoclonali, spesso costosi o tossici, il che ne limita l'uso in molti casi.

Una recente review pubbicata su Nutrients da ricercatori dell’Università di Salerno, ha passato in rassegna diverse sostanza naturali che hanno mostrato effetti anti-angiogenetici, per il momento, però, soltanto sul fronte pre-clinico.

Diverse le molecole oggetto di studio, a partire dalla quercetina, flavonoide promettente per i suoi effetti antinfiammatori e antifibrotici. A seguire, la silibina, flavonolignano estratto dal cardo mariano e la breviscapina, miscela grezza di diversi flavonoidi presenti nell’erba cinese Erigeron breviscapus: studi recenti mostrano che protegge dal danno epatico riducendo la secrezione di citochine proinfiammatorie e lo stress ossidativo. Inoltre, è stato dimostrato che la scutellarina, il componente principale della breviscapina, regola il metabolismo dei lipidi e riduce lo stress ossidativo in caso di steatosi epatica non alcolica (Nafdl).

Als-L1023 è n estratto isolato da Melissa officinalis, noto in medicina naturale come agente anti-angiogenico. I dati sui modelli animali hanno portato a uno studio clinico di fase IIa in corso che coinvolge pazienti con Nafdl.

La stessa curcumina ha mostrato proprietà anti-angiogeniche in diversi modelli sperimentali di danno epatico, così come il sulforafano, composto organosulfureo del gruppo degli isotiocianati, presente in alte concentrazioni nelle verdure crucifere come broccoli e cavolfiori, ha dimostrato di inibire l'angiogenesi in cellule umane tumorali di prostata e fegato.

Studi sulla cordicepina, un derivato dell'adenosina, antimetabolita e antibiotico del fungo Cordyceps militaris, ne hanno evidenziato la capacità di sopprimere la produzione di citochine proinfiammatorie e di attenuare la steatopatite non alcolica (Nash) contrastando l'infiammazione e la fibrosi.

Si segnalano, poi, il metossieugenolo, composto presente nella propoli rossa brasiliana, prodotta dalle api Apis mellifera, con studi in vivo su modelli di fibrosi epatica che mostrano un’attenuazione del processo infiammatorio e della fibrosi, la naringenina, flavone particolarmente abbondante negli agrumi, con evidenze di effetti antinfiammatori, antiossidanti e ipolipidemizzanti, che sono fattori protettivi per la Nafld, e l’acido ferulico, ampiamente diffuso in cereali, verdure con studi recenti che mostrano effetti epatoprotettivi, attraverso un miglioramento del metabolismo lipidico e dello stato infiammatorio.

Pe quanto riguarda la betaina, sostanza naturale estratta dalla barbabietola da zucchero, alcuni studi ne hanno mostrato la capacità di sopprimere l’espressione di geni legati a fattori angiogenetici, mentre, sul fronte catechine, diversi studi su modello animale mostrano come il trattamento con estratto di tè verde abbia ridotto significativamente danno epatico, stress ossidativo, risposta infiammatoria ed espressione di tutti i marcatori pro-fibrogenici analizzati.

La puerarina, composto naturale estratto dalla Pueraria lobata, nei ratti ha mostrato capacità di regolare l’accumulo di lipidi epatici, il resveratrolo ha migliorato la funzionalità epatica endoteliale in ratti cirrotici e il fucoidano, contenuto in notevole quantità nell'Alga bruna, ha mostrato in vitro una significativa capacità di bloccare la crescita dei microvasi tanto da essere valutato in combinazione con farmaci anti-angiogenici quali sorafenib e bevacizumab.

Il carnosolo e l'acido carnosico, infine, diterpeni fenolici presente in particolar modo nel rosmarino, si sono dimostrati in grado di modulare diverse fasi rilevanti del processo angiogenico.

“La ricerca in questo campo sembra molto promettente e potrebbe portare alla scoperta di nuovi bersagli per agenti anti-angiogenici sintetici più selettivi ed efficaci”, sottolineano gli Autori. “Tra le criticità, segnaliamo quella relativa alla biodisponibilità dei prodotti naturali, in quanto presentano scarsa solubilità in acqua e basso tasso di assorbimento”.

Nicola Miglino

 

 

 

 

 

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