Uno studio ha analizzato gli effetti della L-serina, che fornisce i componenti necessari per la funzione nervosa, e dell'Epa, che esercita proprietà antinfiammatorie, sui punteggi del dolore di 120 adulti con dolore alla parte bassa della schiena e al ginocchio per ≥3 mesi, dimostrandone il potenziale. L’assunzione giornaliera è stata di 594 mg di l-serina e 149 mg di Epa. Un’altra ricerca ha evidenziato come la supplementazione orale di L-serina ad alte dosi (400 mg/kg/giorno) sembri sicura nei pazienti con neuropatia autonomica sensoriale ereditaria di tipo I (HSAN1) e potenzialmente efficace nel rallentare la progressione della malattia. Un’analisi, però, condotta solo su 16 soggetti.
Prove crescenti hanno dimostrato che l'integrazione di serina svolge un ruolo promettente anche nella terapia del fegato grasso, dell’encefalopatia, nel diabete mellito e complicanze correlate, indicando la possibilità di una sua integrazione come opzione terapeutica complementare.
La L-serina è anche associata a una migliore tolleranza al glucosio dopo un test di tolleranza al glucosio orale di 2 ore, sebbene non sia stata trovata alcuna correlazione con lo sviluppo del diabete di tipo 2.
Mancano studi che esaminano i suoi effetti terapeutici nel danno al Snc e nelle malattie renali croniche, in cui si suppone che la L-serina indebolisca la neurotossicità del glutammato e riduca i livelli di omocisteina.
Recenti ricerche ne hanno messo in evidenza il supporto nutrizionale nella rigenerazione del muscolo scheletrico e nel trattamento della sclerosi laterale amiotrofica, con un apporto fino a 15 g due volte al giorno, una dose che raddoppia approssimativamente l'assunzione totale di aminoacidi del paziente. In particolare, nel trattamento della Sla, i risultati di questo studio di fase I, hanno portato alla pianificazione di uno studio di fase II più ampio che coinvolge 66 pazienti che riceveranno una dose di L-serina di 15 g due volte al giorno.
Due studi clinici hanno valutato la sicurezza e la tollerabilità di dosaggi graduali di un integratore di serina (3, 6, 9 e 12 g/die) per quattro settimane, con periodi di wash-out di due settimane nel mezzo. Outcome primari includevano parametri vitali, un ampio spettro di analiti biochimici circolanti, peso corporeo, qualità del sonno e autovalutazione mentale. A bassi dosaggi sono state osservate lievi variazioni degli elettroliti sierici e delle concentrazioni plasmatiche di aminoacidi non essenziali quali glutammina e acido aspartico. La serina ha aumentato le sue concentrazioni plasmatiche a dosaggi supplementari elevati (9 e 12 g/die), ma tali modifiche non sono state considerate tossicologicamente rilevanti. Non sono state osservate altre variazioni nei parametri misurati, e i soggetti dello studio hanno tollerato un'integrazione orale di quattro settimane senza eventi avversi correlati. Un livello clinico, senza effetti avversi osservati di supplementazione di serina in maschi adulti sani è stato determinato in 12 g/die.
Considerando la dipendenza da serina osservata nella genesi nello sviluppo del tumore, possono esistere limitazioni per quanto riguarda l'applicazione della supplementazione dietetica di serina nei pazienti con cancro.
Silvia Ambrogio
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