Il cibo potrebbe svolgere un ruolo chiave nella fisiopatologia e nel trattamento della stipsi cronica e questo non solo per il suo contenuto di fibre, ma anche per la presenza di altre sostanze, come polifenoli e sorbitolo, che agiscono sinergicamente e ne potenziano l'effetto benefico. La presenza di fibre all'interno degli alimenti, e non isolate in una formulazione farmaceutica, influenza notevolmente l’effetto sull'intestino, perché alcune caratteristiche intrinseche degli alimenti, come la dimensione delle particelle e la porosità della matrice, possono modificarne la disponibilità per l'azione degli enzimi digestivi.

Un nuovo contributo alla lotta contro il Covid-19 potrebbe arrivare dai probiotici. È quanto emerge da uno studio pubblicato di recente su Gut Microbes.

Esiste un solido legame tra microbiota intestinale e cancro del pancreas, tanto che l'integrazione con prebiotici, probiotici tradizionali, probiotici di nuova generazione, simbiotici e terapie come il trapianto di microbiota fecale sono oggi nuove strategie terapeutiche molto studiate nei pazienti colpiti dalla malattia.

Probiotici come strategia per ridurre il rischio di declino cognitivo. Un tema che sta riscontrando un interesse crescente nella comunità scientifica, al punto che un gruppo di scienziati dell’Università di Reading, in Inghilterra, ha deciso di effettuare una revisione sistematica della letteratura sull’argomento per dare contezza di quanto oggi noto sugli effetti neurocognitivi di un intervento sul microbiota intestinale. I risultati della loro analisi sono stati pubblicati di recente su Neuroscience & Biobehavioral Reviews.

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