Energy drinks, in Usa è allerta per marketing aggressivo sui più piccoli

01 Febbraio 2023

Pratiche di marketing ingannevoli e sleali. Questa l’accusa che gli esperti del Ruud center for food policy & health dell’Università del Connecticut insieme con Truth in Adevertising.org, associazione di consumatori, rivolgono all’azienda americana Ghost, LLC ("Ghost"), con sede in Nevada, in un esposto inviato a Fda e agenzia federale per il commercio.

Sotto la lente di ingrandimento, gli energy drink: esattamente identici a quelli per gli adulti, ma presentati in confezioni super colorate, con chiari richiami a brand e aromi di famose caramelle (Swedish Fish, Bubblicious, Sour Patch Kids e Warheads), claim totalmente fuorvianti e non autorizzati che enfatizzano mirabolanti effetti su memoria e prestazioni fisiche.

Il tutto, senza indicazione chiara e facilmente visibile del fatto che si tratti di prodotti non adatti ai più giovani: le informazioni sono scritte in caratteri minuscoli e relegate in spazi quasi nascosti.

A questo, si aggiunge un’aggressiva attività di marketing attraverso social media, influencer, le piattaforme di live streaming per il gaming e le sponsorizzazione di eventi sportivi e squadre giovanili.

“Le aziende di bevande energetiche stanno utilizzando strategie già viste con l'industria delle sigarette elettroniche per attirare i più piccoli verso prodotti destinati agli adulti. Questa pratica deve finire", ha affermato Bonnie Patten, direttore esecutivo di TINA.org, mentre Fran Fleming-Milici, direttrice degli studi sul marketing del Ruud Center, ha sottolineato: “Numerosi studi hanno dimostrato il forte impatto che il marketing ha sui consumi, sulle preferenze e sulle richieste dei bambini. L’abbinamento di loghi di caramelle che hanno una chiara attrazione per i bambini con prodotti che danneggiano la loro salute è una dimostrazione eclatante dell’anteposizione del profitto al buon senso e al benessere dei bambini”.

Ghost, però, non è l’unica azienda di bevande energetiche nel mirino. Contestualmente all’esposto, Ruud center for food policy & health e Truth in Adevertising.org ne hanno contattate altre 40, sollecitandole a modificare ricette, etichette e, soprattutto, il marketing. (n.m.)

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