Probiotici, l’industria: “Quadro normativo europeo frena la crescita”

10 Aprile 2019

Cresce il mercato dei probiotici in Italia, si rafforzano le evidenze scientifiche sul loro ruolo ma l’incerto quadro normativo europeo non consente al settore di avere exploit come sta accadendo oltre Oceano.

Secondo un’analisi di Integratori Italia, parte di Unione italiana food e i dati di New Line Ricerche di Mercato, da gennaio 2018 allo stesso mese del 2019 è proseguito infatti il trend di crescita già evidenziato negli anni precedenti, con un aumento del 3,7% del valore di vendita al pubblico in farmacia. In particolare, è la Regione Lombardia la prima per consumi. A seguire Lazio e Veneto.

Così Rosanna Pecere, Executive director Ipa, International probiotics association, intervenuta all’ultima assemblea di Integratori Italia. “Più difficile lo scenario negli altri Paesi Ue, in particolare in Germania, Francia e Spagna, per i quali la situazione è tendenzialmente in calo dal 2014. La mancanza di un approccio armonizzato del quadro regolamentare europeo ha conseguenze negative per il mercato Ue, che nel 2018 si classifica solo al terzo posto per le vendite di alimenti e integratori con probiotici. Infatti, i dati mostrano incrementi a doppia cifra nelle aree del Nord America, America Latina e Asia, a conferma dell’interesse crescente per questi prodotti”. 

Secondo Pecere, l’attuale politica della Commissione europea per i probiotici non consente di adottare un approccio condiviso tra i Paesi Ue per l’impiego del termine probiotico nel definire una categoria di alimenti ed integratori, benché su questo fronte l’Italia sia all’avanguardia in quanto l’impiego del termine è regolato da linee guida nazionali già dal 2005, che definiscono condizioni chiare per consentire l’impiego del termine “probiotico”.

 “È evidente che l’attuale livello d’incertezza sull’impiego del termine “probiotico” nell’Ue sta avendo un impatto negativo sul mercato e sugli stessi consumatori, che sono privati delle informazioni necessarie per scelte consapevoli” conclude Pecere. “Alcuni effetti dei probiotici sul funzionamento normale dell’organismo umano sono ben documentati, e il loro impiego da soli o in associazione può essere quindi considerato evidence-based. L’area dei probiotici rappresenta un settore in cui investire risorse in termini di ricerca, per meglio indagare il legame tra salute e microorganismi, identificando questi ultimi come potenziali mezzi per il mantenimento di un buono stato di salute”.

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