Caffè, mercato in crisi. Il comparto: “Uno tsunami”

25 Marzo 2021

Un impatto devastante quello che la pandemia in corso ha avuto sul comparto caffè nel nostro Paese. Crollo del mercato Horeca, ovvero del consumo fuori casa, e di quello Vending, cioè la distribuzione automatica. Cresce solo il cosiddetto Retail, che definisce il consumo domestico e che però, da solo, non regge il disastro complessivo: Per il 2021, prospettive altrettanto poco rosee.

A descrivere il quadro, Michele Monzini, Presidente del Consorzio promozione caffè, che riunisce le aziende che producono e commercializzano caffè nelle sue diverse forme (torrefatto, decaffeinato, solubile, capsule, cialde).

“Praticamente uno tsunami”, dice Monzini. “Nei due mesi di lockdown dello scorso anno c’è stato un azzeramento totale delle vendite nel canale Horeca e nel settore Vending. Nel complesso, la contrazione nel 2020 rispetto all’anno precedente è stata del 40% per l’Horeca e del 50% per il Vending. Solo il Retail è cresciuto, a valore, del 10%, non però in maniera sufficiente da compensare il calo degli altri due canali. La vendita on line di capsule, cialde, macinato e caffè a grani è cresciuta del 50%, ma è un ambito il cui peso sul comparto è marginale. Nel 2019 il settore fatturava 3,9 miliardi di euro, di cui il 37% proveniente dall’export. Il Retail pesava per il 65%, l’Horeca per il 22% e il vending il 13%. Secondo le nostre stime, nel 2020 il mercato si è contratto del 10%, articolandosi in maniera molto diversa: 80% Retail, 15% Horeca, 7% Vending. Un collasso per i due canali che hanno subito le maggiori perdite”.

I dati di mercato riflettono le diverse abitudini dei consumatori legate alle varie fasi di apertura e chiusura a partire dal marzo 2020.

“Sotto il profilo dei consumi, ovviamente sono aumentati quelli domestici, come testimonia la crescita del canale Retail” prosegue Monzini. “Anche le tipologie di prodotti venduti sono cambiate. In casa si consumano più porzionati e macinati, fuori casa più caffè in grani. I dati Iri indicano una crescita nella vendita di capsule del 26,8%, di cialde del 18,2% e di macinato del 3,4%, mentre il caffè in grani cala del 5%”.

Gli occhi sono ora puntati a quanto potrà accadere nel corso del 2021 e a quali potranno essere gli scenari futuri per il comparto.

“Purtroppo, l’anno non è iniziato come avremmo sperato” conclude Monzini. “Lo scenario epidemico attuale, con l’alternarsi di aperture e chiusure, ha determinato inevitabilmente una nuova frenata sui canali Horeca e Vending. Il Retail si prevede che mantenga i volumi di quanto generato nel 2020, ma a valore si avrà una contrazione perché quest’anno avremo sicuramente più richieste di promozioni da parte della distribuzione. Horeca avrà modo di ripartire solo quando la situazione generale si normalizzerà grazie alla campagna di vaccinazione, anche se non sarà un ritorno ai valori di mercato del 2019. Più lenta sarà la ripresa del Vending perché il ritorno in ufficio sarà graduale e lo stesso smart working non cesserà del tutto: sarà sicuramente il canale più penalizzato. In Italia il mercato è molto frammentato. Gli operatori sono circa 800, il 90% dei quali opera esclusivamente nell’Horeca, il canale tra i più penalizzati. Questo ha creato all’interno del settore una situazione di forte fibrillazione, con crisi di liquidità. Solo con le riaperture definitive dell’Horeca potremo renderci conto delle reali ricadute di questa pandemia sulla filiera”.

Nicola Miglino

 

 

 

 

 

 

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