Orl, nutraceutici per la patologia vestibolare periferica

23 Novembre 2021

I disturbi vestibolari possono provocare sintomi, quali capogiri o vertigini, in grado di alterare l'equilibrio dei e la qualità della vita. Oltre all’intervento farmacologico, a manovre correttive e, se necessario, all’approccio chirurgico, un’interessante opportunità terapeutica è offerta dai nutraceutici, benché il loro razionale d’uso non sia sempre sostenuto da solide evidenze scientifiche.

A fare chiarezza ci ha pensato una review italiana, pubblicata di recente su Nutrients, coordinata da Giuseppe Chiarella, direttore della Uoc di Audiologia e del Centro di riferimento regionale per gli impianti cocleari e le patologie Orl dell’Università Magna Graecia di Catanzaro,

Professor Chiarella, ci vuole intanto descrivere quali sono le patologie vestibolari periferiche e i sintomi più comuni?

Nel nostro lavoro, abbiamo ristretto il campo alle patologie periferiche, includendo le più frequenti dal punto di vista epidemiologico come la vertigine parossistica posizionale benigna, o Vppb, la sindrome di Ménière, la neurite vestibolare e la vestibolopatia bilaterale. I sintomi più comuni sono quella brutta sensazione di vertigine rotatoria vera e propria che nei diversi quadri può durare da alcuni secondi a ore o giorni, variamente accompagnata da un corteo neurovegetativo con nausea e, in alcuni casi, vomito. Nelle fasi non acute può persistere il disequilibrio. Nella sindrome di Ménière, poi le manifestazioni cliniche includono anche la riduzione fluttuante dell’udito, la comparsa di acufene e la sensazione di pienezza auricolare. Tutti sintomi che devono spingere a chiedere una valutazione specialistica da parte di un audiologo o otorinolaringoiatra ma esperto di disturbi dell’equilibrio.

Quali sono, a oggi, i trattamenti più indicati?

Il trattamento è naturalmente legato alla diagnosi e varia molto da quadro a quadro. Per la Vppb, per esempio, i farmaci hanno un ruolo marginale dal momento che la soluzione sono le cosiddette manovre di riposizionamento, movimenti precisi che riposizionano gli otoliti finiti nel posto sbagliato che causano improvvise vertigini. Negli altri quadri, nel momento della vertigine acuta sarà importante gestire i sintomi molto intensi con farmaci che comprendono diverse scelte dai diuretici, alla betaistina, agli antiemetici sino, talvolta, ai cortisonici. La chirurgia viene presa in considerazione solo come estrema ratio in forme particolarmente invalidanti nella sindrome di Meniere.

Che spazio possono ricoprire, in quest’ambito, i nutraceutici?

Si tratta di un'interessante opportunità terapeutica, soprattutto nelle fasi intercritiche di malattia o nel recupero del disequilibrio residuo in alcuni soggetti. Questi composti sono già comunemente usati in molte branche specialistiche. Il motivo del nostro lavoro è stato quello di cercare di dare un po' di sistemazione al loro ruolo ancora non completamente definito nel trattamento delle patologie vestibolari. Si tratta di composti sicuri ed efficaci che possono essere somministrati senza farmaci associati o in associazione per diminuirne il dosaggio.

La vostra review passa in esame diverse sostanze: ci fa un riepilogo delle principali evidenze?

I composti principali sono il Ginkgo Biloba che ha funzione neuroprotettiva, antiossidante e antiinfiammatoria e migliora la perfusione cerebrale riducendo così la sintomatologia vertiginosa.

Il Ginger con la sua azione antiossidante e antiinfiammatoria ha effetti positivi sulla vertigine e sulla cinetosi.

La citicolina ha funzione di neuroprotettore e neuromodulatore e sembra essere in grado di ridurre la sintomatologia vertiginosa sia di origine centrale che periferica anche se il meccanismo d’azione non è ancora completamente noto.

Livelli bassi di magnesio nel sangue sono di frequente riscontro in alcune patologie come, per esempio, l’emicrania. Recenti evidenze scientifiche confermano l’efficacia del magnesio nella vertigine su base emicranica con risultati soddisfacenti. Dunque, il supplemento di questo cofattore enzimatico sembra avere buone capacità nel ridurre i sintomi vestibolari.

La melissa agisce sul sistema Gabaergico come le benzodiazepine, farmaci talvolta utilizzati nel trattamento di alcune patologie vestibolari. Ha inoltre effetti neurocognitivi, antiossidanti ed è attualmente utilizzato nella gestione di alcune patologie di interesse neurologico.

Gli Omega-3 sono acidi grassi essenziali che potrebbero essere utilizzati in futuro nella malattia di Ménière per il loro ruolo nell’indurre cambiamenti emodinamici. Sempre in quest’ultima è stato recentemente introdotto con successo l’utilizzo del cosiddetto fattore antisecretorio una proteina prodotta dallo stesso organismo e somministrata sottoforma di cereali, in grado di regolare ioni e acqua, interagendo con le acquaporine e modulando l'omeostasi del cloruro e, pertanto, può essere utilizzato in pazienti con malattia di Meniere.

Che conclusioni possiamo trarre, dunque?

I principi nutracetutici a disposizione sono veramente numerosi e tutti con documentati effetti sul sistema dell’equilibrio. Possono rappresentare un buon aiuto in alcune fasi di malattia o nell’integrazione alla terapia farmacologica, sempre, lo ribadiamo, sotto la vigile prescrizione del medico.

Nicola Miglino

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