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Zinco, oligoelemento chiave per modulare il sistema immunitario

04 Novembre 2019

I dati attualmente presenti in letteratura indicano nello zinco un oligoelemento essenziale per l'attivazione o la stabilizzazione strutturale di un gran numero di enzimi e fattori di trascrizione, nonché della risposta immunitaria e antiossidante e dell'apoptosi.

Lo zinco è associato a molti metalloenzimi: citoplasmatici (superossido dismutasi e fosfodiesterasi), mitocondriali (citocromo ossidasi), nucleari (Dna e Rna polimerasi), e dell'apparato del Golgi (peptidasi e mannosidasi).

Gli ioni di zinco sono anche componenti di proteine ​​strutturali e regolatorie e formano "dita di zinco", ovvero sequenze che consentono il legame dei fattori di trascrizione al Dna.

Nonostante il suo ruolo sia così cruciale per la salute, purtroppo la carenza di questo nutriente è un problema di salute globale, che colpisce oltre due miliardi di persone in tutto il mondo. In oltre il 10% della popolazione, poi, l'assunzione di zinco durante i pasti è inferiore alla metà della dose raccomandata.

L'evidenza epidemiologica suggerisce che la carenza potrebbe contribuire all'aterosclerosi e che vi sia un'associazione inversa tra aterosclerosi e livelli sierici di zinco, o piuttosto sembrerebbe che a essere predittivo sia il rapporto tra la diminuzione dei livelli di zinco sierico rispetto allo zinco nelle urine delle 24 ore.

Il minor consumo di zinco nella dieta è associato a bassi livelli di c-Hdl a una maggiore prevalenza della malattia coronarica, ma la correlazione tra l'assunzione di zinco e il rischio di aterosclerosi o altre patologie cardiovascolari non è stata ancora confermata da studi clinici di coorte o randomizzati. 

La perdita dell'omeostasi dello zinco può essere sia la causa che l'effetto dell'ipertensione: una grande quantità di dati provenienti da studi clinici ha confermato l'alterata distribuzione dello zinco tra gli spazi extracellulare e intracellulare, nonché la distribuzione dei tessuti in chi ha ipertensione arteriosa rispetto a controlli sani.

Lo zinco agisce come mediatore immunitario per mantenere la normale risposta contro le infezioni: la carenza influisce sulle funzioni immunologiche cellulari, per esempio con conseguente riduzione della produzione di citochine prodotte dai linfociti T helper 1, riduce l'espressione e la produzione di recettori dell'interleuchina-2 (IL-2) e IL-2, nonché delle l'interferone γ.

L'assunzione ottimale di zinco ripristina la normale risposta immunitaria e riduce il rischio di infezione.  Se la comprensione del suo ruolo nella normale fisiologia umana va via via definendosi sempre più e si sta capendo che la carenza ha molte manifestazioni meno note che vanno dalla guarigione ritardata della ferita alla compromissione di più sistemi sensoriali, c'è ancora una notevole discordanza in letteratura sui metodi ottimali e sui veri benefici della supplementazione.

La dose immunostimolante ottimale, per esempio, non è stata determinata, mentre è stato dimostrato che una quantità eccessiva di zinco può essere pericolosa a causa del suo effetto immunosoppressivo. Anche il tema delle dosi dietetiche vs. farmacologiche rimane controverso ed è certezza la difficoltà nel raggiungere una dose terapeutica, ovvero > 40 mg/die di zinco elementare, dai prodotti alimentari.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

  • Role of zinc in immune system and anti-cancer defense mechanisms. Nutrients 2019, 11(10), 2273
  • Zinc deficiency and cellular oxidative stress: prognostic implications in cardiovascular diseases. Acta Pharmacol Sin. (2018)
  • Dietary vs. pharmacological doses of zinc: A clinical review. Clin Nutr. 2019 Jul 4.
  • Zinc and Wound Healing: A Review of Zinc Physiology and Clinical Applications. (2017)
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