Resveratrolo, effetti positivi su risposta immunitaria. La sfida ora si chiama biodisponibilità

05 Giugno 2019

Molti studi sperimentali hanno messo in evidenza in questi ultimi anni i meccanismi di regolazione e il ruolo immunomodulatore del resveratrolo, sia in vivo che in vitro. Questi dati ne rivelano un ruolo promettente in prevenzione e terapia di un'ampia varietà di patologie croniche tra cui malattie cardiovascolari, infiammatorie, metaboliche, neurologiche e della pelle e varie malattie infettive.

Una review appena pubblicata su Nutrients, condotta da Lucia Malaguarnera del Dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche dell’Università di Catania, ha cercato di fare il punto sui meccanismi molecolari in cui entra il gioco il resveratrolo nel regolare la funzione immunitaria e sull’uso terapeutico in diverse malattie caratterizzate da infiammazione.

Il resveratrolo è un polifenolo naturale presente, per esempio, nell’uva, nei mirtilli, nel rabarbaro e nelle arachidi, che svolge un ruolo importante in una grande varietà di attività biologiche.

Il suo ruolo come immunomodulatore è stato proposto 18 anni fa, con un'indagine che ha dimostrato la sua capacità di inibire da una parte la proliferazione delle cellule della milza indotta da Concanavalina A (ConA) e interleuchina-2 (Il-2) e, dall’altra, la produzione di Il-2 e interferone-gamma (Ifnγ) da parte dei linfociti e del Tnf- α e Il-12 da parte dei macrofagi.

Interagendo con diversi bersagli molecolari, il resveratrolo regola l'immunità innata e acquisita. Tuttavia, le sue proprietà sembrano essere contrastanti. È stata infatti riportata la sua capacità di modulare la funzione immunitaria in modo dose-dipendente: a basse dosi stimola il sistema immunitario, mentre ad alte dosi induce immunosoppressione.

Il suo effetto come immunomodulatore è stato dimostrato in vari modelli animali e in diverse linee cellulari. Nei roditori, il resveratrolo riduce le risposte infiammatorie nella peritonite, inverte l'immunosenescenza nei ratti anziani e migliora l'attività immunologica contro le cellule tumorali. Per quanto riguarda il sistema immunitario, gioca un ruolo nell’attivazione di macrofagi, cellule T e Natural killer (Nk).

Gli effetti sono il risultato della sua capacità di rimuovere le specie reattive dell'ossigeno (Ros), di inibire la cicloossigenasi (Cox) e di attivare molte vie biologiche a carattere anti-infiammatori.

Per i suoi effetti benefici, è sempre più proposto come integratore alimentare. Tuttavia, l'analisi farmacocinetica rivela che il resveratrolo subisce un rapido metabolismo nell’organismo e la sua biodisponibilità dopo somministrazione orale è molto bassa.

Sebbene gli studi preclinici abbiano prodotto risultati entusiasmanti, molte domande rimangono senza risposta in merito all’uso in ambito clinico a causa di evidenze ancora carenti, spesso legate alla scarsa solubilità in acqua, alla biodisponibilità e al dosaggio.

Su questo fronte, sono in corso di studio varie strategie alternative, tra cui lo sviluppo di analoghi del resveratrolo e formulazioni con adiuvanti, nanoparticelle, liposomi, micelle e complessi fosfolipidici, per migliorarne la biodisponibilità, così come si stanno valutando vie alternative di somministrazione piuttosto che co-somministrazioni con agenti in grado di rallentarne il metabolismo.

“Poiché il resveratrolo ha più bersagli intracellulari” conclude l’Autrice, “sono necessari ulteriori dati per valutare le conseguenze dell'interazione o gli effetti sinergici con altri polifenoli, vitamine, amminoacidi e altri micronutrienti o farmaci normalmente usati. Studi preclinici e clinici più dettagliati sono inevitabili per valutare l'efficacia di queste nuove formulazioni rispetto al composto originale. Sono dunque necessari ulteriori studi sull'uomo per migliorare la sua biodisponibilità e per chiarire i meccanismi di azione in diverse condizioni fisiologiche al fine di rendere l’uso del resveratrolo una strategia terapeutica all'avanguardia per la prevenzione e il trattamento di un'ampia varietà di malattie autoimmuni e infiammatorie”.

 

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