L’obiettivo era indagare percezione e attese di ciascuno rispetto alla propria salute. Sei i temi chiave sotto inchiesta: automedicazione/farmaci equivalenti; medicina personalizzata; malattie non comunicabili e nutrizione; salute mentale e lavoro; benessere e stili di vita; digitalizzazione e robotica.
Il 61% degli intervistati italiani ha dichiarato di prestare molta attenzione alle abitudini alimentari e a una dieta sana, contro una media degli altri paesi del 54 per cento. Risultiamo anche coloro con la maggiore abitudine a cucinare pasti “freschi”: l’80% dice di cucinare ogni giorno rispetto a una media del 59 con punte addirittura del 43% nel Regno Unito. L’1% si dichiara vegano, il 5% vegetariano, il 36 né l’uno né l’altro ma assolutamente rispettoso della scelta. Tutto il resto (58%) è assolutamente scettico o contrario.
Per quanto riguarda l’attività fisica, per un italiano su due è una priorità e l’uso abituale di supplementi vitaminici o integratori in senso lato sembra ormai appannaggio del 23% dei nostri concittadini. Una media in linea con il resto, fatta eccezione per la Polonia in cui questi numeri praticamente raddoppiano.
Una specifica domanda, poi, ha riguardato anche il mondo dei probiotici, nel tentativo si sondare il livello di conoscenza di questi prodotti. Gli italiani sembrano molto preparati, con un 67% che ne indicava la corretta definizione rispetto a una media del 64% sulla quale pesava, però, la Russia con l’82%, al netto della quale, l’Italia si rivela al top per quanto riguarda la conoscenza dell’argomento.
“Per la prima volta, la nostra indagine annuale, che effettuavamo sino allo scorso anno, solo in Germania, ha allargato i propri orizzonti coinvolgendo un’ampia popolazione rappresentativa di diversi contesti nazionali, ciascuno con la sua specificità” dice Peter Goldschmidt (Foto), Ceo del gruppo STADA, tra i principali attori nel mercato dei farmaci equivalenti e biosimilari nonché in forte crescita nel mercato Otc, compresi diversi marchi importanti nel settore integratori che, a detta di Goldschmidt, sarà oggetto di ancora maggior interesse nel nostro Paese alla luce di questi risultati.
“In generale, i dati emersi evidenziano un grande ottimismo in relazione alle aspettative per la propria salute, benché persistano preoccupazioni rispetto ai rischi di impoverimento della qualità dell’assistenza sanitaria, anche sulla scia della digitalizzazione sempre più incalzante. Sta a tutti gli attori di questo sistema dissipare tali preoccupazioni facendo crescere una corretta cultura della salute, unico sistema per vincere la diffidenza ancora esistenti nei confronti della medicina”.
Nicola Miglino