Malattie reumatologiche, un aiuto dalla Dieta mediterranea

06 Dicembre 2023

La Dieta mediterranea aiuta nella riduzione dell’infiammazione causata dalle malattie reumatologiche ed è complementare alla terapia farmacologica. Per questo è fondamentale incentivarne la diffusione. È l’appello lanciato dalla Sir (Società italiana di reumatologia), in occasione del 60° Congresso nazionale tenutosi di recente a Rimini.

“Le malattie reumatologiche sono più di 200 e per ognuna di loro il decorso e le necessità sono differenti”, dice Gian Domenico Sebastiani, Presidente Sir. “Un tratto che le accomuna, però, è la sensibilità all’alimentazione: seppur in misura differente, l’infiammazione causata dalle patologie diminuisce quando si introducono tra le proprie abitudini quotidiane i giusti alimenti. La Dieta mediterranea è la più corretta dal punto di vista nutrizionale, invita all’assunzione dei cibi in quantità diverse a seconda della loro peculiarità e comprende tutto, verdure, frutta, cereali, carne, pesce, uova. In Italia sono 5,4 milioni i pazienti reumatologici: molti di loro potrebbero trarne reale giovamento.”

Così Ester Giaquinto, specialista in Scienza dell’alimentazione e dietologia: “L’interesse per l’alimentazione e la salute delle ossa è molto cresciuto negli ultimi anni. Studi di coorte di notevole rilevanza hanno indagato a vari livelli il ruolo dei nutrienti e dei fattori di rischio legati a una scorretta alimentazione sulla mineralizzazione ossea, coinvolgendo popolazioni di diverse aree del mondo. Un recente studio longitudinale ha preso in esame 140.775 soggetti adulti da 5 coorti, tra Europa e Stati Uniti, per valutare il livello di aderenza alla Dieta mediterranea e l’incidenza di fratture. È emerso che l’incidenza di frattura del femore è risultata più bassa in coloro con medio e alto livello di aderenza a questo regime alimentare. La Dieta mediterranea si è dimostrata efficace nel mantenere un buono stato di salute sul sistema muscolo-scheletrico in bambini, adolescenti e adulti. Tuttavia, proprio per la grande variabilità dei metodi utilizzati nelle diverse ricerche, devono essere effettuati ulteriori studi per consolidare il dato, che comunque sembra estremamente promettente. Le diete di esclusione, soprattutto se autogestite o somministrate senza controllo medico, possono determinare una serie di carenze nutrizionali che impattano verosimilmente sullo stato di salute ossea per effetto, ad esempio, di uno scarso apporto totale di calcio”.

Aggiunge Maurizio Cutolo, reumatologo esperto in alimentazione: “L’alimentazione è in grado di influenzare l’andamento delle malattie reumatologiche infiammatorie perché mette in connessione operativa il microbiota intestinale con il sistema immunitario. Se la patologia è già presente, la sintomatologia clinica potrà risentire, in tempi differenti, degli effetti negativi o positivi del tipo di combinazione alimentare. Alimenti ricchi di fibre vegetali come frutta e verdura subiscono una fermentazione intestinale e inducono un aumento delle popolazioni bacteroidetes, che producono alte concentrazioni di short-chain fatty acids, che esercitano attività antinfiammatoria e regolano la risposta immune. In aggiunta, gran parte di frutta e verdura è in genere ricca di carotenoidi, che esercitano anche un’azione antiossidante e quindi antinfiammatoria. Inoltre, non vanno dimenticate le bevande giornaliere, dal vino al caffè alle bevande zuccherate, che sono anche in grado di interferire con i meccanismi infiammatori e con le terapie nelle malattie reumatiche e quindi devono essere considerate nel valutare una dieta nella sua completezza”. (n.m.)

 

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