In particolare, sotto la lente sono finiti i cosiddetti Neutrophil extracellular traps (Net), filamenti di materiale nucleare derivato dai neutrofili ed estruso nell’ambiente extracellulare in risposta ad appropriati stimoli che favoriscono i processi infiammatori e la coagulazione, fornendo un contributo nel corso di molte malattie autoimmuni, tra cui il lupus e l’artrite reumatoide.
Lo studio ha scoperto che il consumo di zenzero da parte di individui sani rende i loro neutrofili più resistenti alla formazione di Net. Si è visto, infatti, che l’assunzione giornaliera di un integratore di zenzero per sette giorni (20 mg/die di gingeroli, i costituenti attivi dello zenzero) da parte di volontari sani ha aumentato le quantità di cAmp all’interno dei neutrofili che, a sua volta, ha portato a inibizione della formazione di Net in risposta a vari stimoli rilevanti per fenomeni autoimmunitari.
Già in precedenza, lo stesso gruppo di ricerca aveva ottenuto risultati simili su modelli animali di lupus e Sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi.
“Ci sono molte malattie in cui i neutrofili sono anormalmente iperattivi”, ha sottolinea Kristen Demoruelle, professore associato di medicina presso la School of Medicine dell'Università del Colorado e tra gli Autori dello studio. “La nostra ricerca, per la prima volta, fornisce prove del meccanismo biologico alla base delle apparenti proprietà antinfiammatorie dello zenzero nell’uomo. Abbiamo scoperto, infatti, che lo zenzero può aiutare a frenare la formazione di Net, un’azione utile a trattare l’infiammazione e i sintomi in caso di malattie autoimmuni. Non ci sono molti integratori o farmaci da prescrizione noti per combattere i neutrofili iperattivi. Riteniamo quindi che lo zenzero possa avere una reale capacità di integrare i programmi di trattamento già in corso".
Come passo successivo, i ricercatori sperano di utilizzare questi risultati per sbloccare finanziamenti volti alla messa a punto di studi clinici in pazienti con malattie autoimmuni. (n.m.)