Peso e rischi per la salute: non basta valutare il solo Bmi

12 Giugno 2023

 

Per decenni l'indice di massa corporea (Bmi) è stato utilizzato come indicatore della salute di una persona. Il parametro, però, considera solo l'altezza e il peso e potrebbe non offrire un quadro chiaro e accurato del rischio di incorrere in malattie legate all’eccesso ponderale, come quelle cardiache, il diabete e alcuni tipi di cancro. Recentemente sono stati pubblicati due articoli sull'International Journal of environmental research and public health e su Nutrition, metabolism and cardiovascular diseases che suggeriscono nuovi strumenti di misura in grado di fornire una più accurata previsione della distribuzione del grasso corporeo, tenendo in considerazione le differenze di etnia e sesso.

Da tempo è noto che l’accumulo di tessuto adiposo a livello addominale rappresenti un rischio maggiore per la salute rispetto a una distribuzione in altre parti del corpo. Oltretutto, la stessa distribuzione del grasso appare diversa tra popolazioni etniche differenti e tra donne e uomini, con ricadute sui possibili interventi da intraprendere.

Per elaborare un nuovo sistema di calcolo del rischio, i ricercatori hanno esaminato i dati di 12 mila scansioni Dxa di tutto il corpo registrate nel National health nutrition examination survey.

Una prima, significativa scoperta, è stata che gli individui di origine ispanica corrono un rischio più elevato di avere una cattiva distribuzione del grasso corporeo. Inoltre, i maschi classificati come sottopeso o obesi in base al Bmi avevano una distribuzione del tessuto adiposo più rischiosa di quanto si credesse, mentre per le donne era vero il contrario.

Nelle donne con una elevata adiposità viscerale il rischio risulta minore rispetto al sesso maschile: anche a livelli importanti di obesità, sembrano essere in grado di distribuire il grasso in modo più sano.

I ricercatori si dicono fiduciosi che questi metodi di valutazione possano servire come strumento per i clinici in grado, così, di inserire semplici misurazioni di altezza, peso, circonferenza della vita e dell'anca di un paziente per avere un'idea di come il grasso sia distribuito in base a sesso ed etnia.

Ciò li aiuterà a valutare il rischio di condizioni correlate all'obesità in modo più accurato rispetto all'utilizzo del solo Bmi che potrebbe etichettare erroneamente le persone e raccomandare interventi sullo stile di vita inappropriati. Per esempio, sottolineano, un soggetto con peso elevato potrebbe essere classificato come obeso, ma il suo peso potrebbe essere dovuto alla massa muscolare e ossea, con una distribuzione del grasso in realtà sana. Al contrario, soggetti definibili normopeso o sottopeso potrebbero avere una eccessiva adiposità viscerale e quindi raggiungere livelli di rischio elevati.

Il gruppo dei ricercatori sta anche studiando la distribuzione del grasso all'interno dei muscoli: man mano che le persone invecchiano, infatti, il grasso presente all'interno dei muscoli diventa sempre più un elemento di preoccupazione.

Le prossime ricerche saranno rivolte a esaminare le modalità per adattare nuovi sistemi di calcolo del rischio in popolazioni con malattie croniche come diabete e Bpco che creano una distribuzione atipica del grasso.

Elisabetta Torretta

 

 

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