Cibo e sostenibilità, Ghiselli (Sisa): solo la Dieta mediterranea ci salverà

04 Ottobre 2022

Un’alimentazione sana, che segua i principi della Dieta mediterranea e la piramide degli alimenti, non solo è fondamentale per allontanare il rischio di patologie di diverso genere, ma aiuta anche a mantenere sostenibile l’ambiente in cui viviamo. Questo il messaggio che la Società italiana di scienze dell’alimentazione (Sisa) ha voluto lanciare nel corso del suo congresso nazionale tenutosi a Roma nei giorni scorsi.

“Un eccesso nel consumo di carne, oltre a troppe calorie e sedentarietà, espongono l’uomo a obesità, diabete, ipertensione, insulino-resistenza, malattie cardiovascolari e cancro: un carico di malattie enorme”, spiega Andrea Ghiselli, presidente Sisa. “Il consumo di carne rossa e di carne processata, ossia i salumi, in Italia costituisce la seconda e la terza causa di carico di malattia da determinanti alimentari. Gli effetti, però, si ripercuotono anche sull’ambiente con aumento di gas serra, perdita di suolo, spreco di acqua, eutrofizzazione delle acque dolci con proliferazione di alcune specie a discapito di altre. Una serie di processi già in atto”.

Si calcola che nel 2050 la popolazione mondiale ammonterà a quasi 10 miliardi di persone. Cifra che impone riflessioni anche in rapporto alle risorse disponibili e al consumo di cibo da parte di ciascun individuo.

“Tra i problemi che ci troviamo ad affrontare insieme alla crescita della popolazione mondiale vi è quello dell’eccedenza ponderale, per cui si mangia sempre di più e nei paesi sviluppati è in crescita la popolazione sovrappeso nonché quella affetta da obesità”, evidenzia Silvia Migliaccio, segretaria Sisa. “Oggi è in atto un cambio dei comportamenti, sebbene sia un processo ancora confuso. Si è creata maggiore attenzione per gli alimenti di origine vegetale, secondo le indicazioni di una dieta flexitariana, denominazione più accattivante della dieta mediterranea, che si caratterizza per la sostituzione frequente della carne con fonti proteiche vegetali. Tuttavia, allo stesso tempo, l’alimentazione si sta evolvendo verso alimenti ultraprocessati, anche nei cibi vegetali, come dimostrano hamburger o wurstel fatti con legumi o verdure. L’industrializzazione non è necessariamente un male: poter contare su legumi in scatola o insalata in busta significa poter avere a disposizione prodotti di questo tipo in diverse occasioni. Per una accurata tutela della salute individuale sarebbe opportuna una dieta personalizzata, che tenga conto dei nuovi biomarcatori che in ciascun individuo indichino quali siano i punti su cui l’alimentazione può intervenire positivamente per prevenire determinate patologie a seconda dell’età e delle caratteristiche della persona”. (n.m.)

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