Integratori e sistema immunitario, Nutrition Foundation of Italy fa il punto

15 Luglio 2021

Si intitola “Stile di vita, alimentazione e integrazione nell’epoca del Covid-19. Lo stato dell’arte”, la review che Andrea Poli, presidente di Nutrition Foundation of Italy, ha pubblicato di recente sul sito Integratori e Benessere di Integratori Italia, con l’obiettivo di dare un contributo al dibattito sul ruolo dell’integrazione mirata a supporto del sistema immunitario.

“Gli interventi di salute pubblica e le vaccinazioni sono di importanza determinante nel limitare la diffusione e l'impatto delle infezioni”, sottolinea Poli. “Le gravi conseguenze di patologie come il Covid-19 in termini di morbilità e mortalità per infezioni respiratorie, sottolineano l’esigenza di affrontare questi temi in modo articolato e globale, anche considerando, in casi specifici, la possibile supplementazione con integratori alimentari. Da qui, un’analisi dettagliata di quanto oggi la ricerca ha messo in evidenza, riassunta di seguito, capitolo per capitolo.

Vitamine e minerali

  • La vitamina D è largamente coinvolta nella regolazione delle funzioni del sistema immunitario. La sua carenza può contribuire ad aumentare il rischio di infezioni. Diverse metanalisi recenti hanno concluso che l'integrazione può ridurre il rischio di infezioni del tratto respiratorio sia nei bambini che negli adulti. La vitamina D è stata recentemente studiata, benché con esiti non conclusivi, anche in relazione ai suoi possibili effetti sull’infezione da Sars-CoV-2.
  • La vitamina C supporta la crescita e la funzionalità delle cellule responsabili del sistema immunitario, favorisce la risposta dei globuli bianchi alle infezioni e l’eliminazione dei microrganismi patogeni. L'integrazione della dieta con vitamina C, inoltre, sembra contribuire alla prevenzione delle infezioni respiratorie e a ridurne la durata e la gravità.
  • Grazie alla vitamina B6, il nostro organismo è facilitato nella formazione di globuli bianchi e nell’assicurare il normale funzionamento dei linfociti.
  • La vitamina E protegge le cellule dell’organismo dallo stress ossidativo. Inoltre, risultati clinici riconoscerebbero un suo ruolo anche nelle infezioni del tratto respiratorio.

Per quanto riguarda i minerali, il report si concentra su zinco, ferro, selenio e rame:

  • Un'adeguata assunzione di zinco è essenziale per il normale sviluppo e funzione delle cellule che partecipano alla risposta immunitaria.
  • Per quanto riguarda il ferro, studi sull’uomo hanno rilevato come la sua carenza possa, tra l’altro, alterare l’equilibrio tra cellule antinfiammatorie e proinfiammatorie. Recentemente Efsa ha riconosciuto il ruolo del ferro anche nel sistema immunitario dei bambini, stabilendo l’esistenza di un’associazione di tipo causa-effetto tra l’apporto nutrizionale del minerale e il contributo alla normale funzione del sistema immunitario stesso fino ai 3 anni di età.
  • Secondo un recente studio, un aumento dell'assunzione di selenio da parte di soggetti sani, ma con livelli relativamente bassi delle concentrazioni plasmatiche del selenio stesso, migliora l'immunità cellulare.
  • Infine, un effetto favorevole sul mantenimento della funzione immunitaria è riconosciuto da Efsa anche al rame.

 Omega 3 e botanicals

  • Gli acidi grassi omega-3 a lunga catena, l'acido eicosapentaenoico (Epa) e l'acido docosaesaenoico (Dha), giocano un ruolo importante nel controllare i fenomeni dell'infiammazione e il conseguente danno tissutale. Un'indagine globale sui livelli di Epa + Dha nel sangue basata su 298 studi ha inoltre rilevato una situazione di livelli "bassi" o "molto bassi" (associati a un aumento del rischio di mortalità cardiovascolare) di questi acidi grassi nella maggior parte dei paesi valutati. Carenze che potrebbero essere rilevanti anche nel contesto delle patologie che si manifestano, nei casi più gravi, come una reazione infiammatoria incontrollata.
  • Molti derivati vegetali possono svolgere azione di difesa se impiegati come integratori, poiché limitano l’eccesso di risposta allo stimolo infiammatorio e modulano le difese dell’organismo. Tra i più efficaci: la papaya, l’echinacea, la radice di eleuterococco, la radice e corteccia di guava brasiliana.

I polifenoli

  • La curcumina ha, per esempio, proprietà antinfiammatorie dimostrate da molti studi. Dati preliminari interessanti sono stati pubblicati anche per la quercetina. Tra gli altri botanicals ricordiamo la liquirizia e, in particolare il suo componente più noto, la glicirrizina, la cui attività antinfiammatoria è ben documentata.
  • L’echinacea, originaria del Nord America, era usata dai nativi americani nella loro medicinatradizionale. Secondo la maggior parte dei dati disponibili, la sua assunzione sarebbe in grado di modulare favorevolmente il sistema immunitario.

Probiotici e prebiotici

  • Secondo le più recenti evidenze, la somministrazione di probiotici apporta benefici per la salute riducendo le infezioni virali respiratorie, tra cui quelle dai virus dell'influenza. Una metanalisi di 52 studi randomizzati controllati condotti nell’uomo ha identificato probiotici efficaci contro infezioni acute del tratto respiratorio, diarrea associata ad antibiotici, diarrea infettiva acuta, coliche infantili ed enterocolite necrotizzante.
  • Anche i prebiotici possono modulare il microbiota intestinale e, quindi, i suoi potenziali ruoli immuno-modulatori. Tutti aspetti di interesse nell’attuale pandemia, alla luce dei dati recenti che indicano che dal 2 al 10% dei pazienti cinesi con Sars-CoV-2 hanno manifestato sintomi gastrointestinali all'inizio dell’infezione. (n.m.)




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