Dieta a elevato indice glicemico aumenta il rischio cardiovascolare

24 Marzo 2021

Anche in assenza di una pregressa malattia cardiovascolare una dieta che prevede un elevato consumo di alimenti ad alto indice glicemico risulta correlata ad un aumento del rischio di eventi cardiovascolari maggiori e di morte. È quanto si legge in uno studio pubblicato di recente sul New england journal of medicine.

Un team di ricercatori dell'Università di Toronto ha esaminato i dati di 137.851 soggetti di cinque diversi continenti ed età compresa tra i 35 e i 70 anni, per indagare l'associazione tra indice glicemico e malattie cardiovascolari. Il tipo di dieta è stato valutato tramite questionari sulla frequenza alimentare, specifici per paese, e l'indice glicemico e il carico sono stati stimati in base al consumo di sette categorie di carboidrati.

Durante un follow-up mediano di 9.5 anni, si sono verificati 8.780 decessi e 8.252 eventi cardiovascolari maggiori. I ricercatori hanno scoperto che una dieta ad alto indice glicemico si associava ad aumento del rischio per un evento cardiovascolare maggiore o morte, confrontando i quintili a basso indice glicemico con quelli a indice glicemico più elevato, e con la presenza o assenza di malattie cardiovascolari preesistenti (Hazard ratio, rispettivamente di 1.51 e 1.21). Un alto indice glicemico era anche associato a un elevato rischio di morte per cause cardiovascolari. I risultati per quanto riguarda il carico glicemico sono stati simili per i partecipanti con malattie cardiovascolari al basale, ma non per quelli senza malattie cardiovascolari preesistenti.

"Studio gli effetti delle diete ad alto indice glicemico da molti anni e questi dati confermano che il consumo di elevate quantità di carboidrati di scarsa qualità rappresenta oggi un problema in tutto il mondo", commenta David Jenkins, esperto nutrizionista dell’Università di Toronto e prima firma della ricerca. “Le diete ricche di carboidrati di scadente qualità sono associate a ridotta longevità, diversamente quelle ricche di frutta, verdura e legumi, contenenti carboidrati di qualità più elevata”.

Elisabetta Torretta

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