Pubblicato in Videointerviste
Maurizio Cutolo
Reumatologo, Università di Genova
La letteratura ha evidenziato, sin dall’inizio della pandemia, come una carenza di vitamina D si correli a prognosi peggiore in caso di infezione da Sars-coV2. Nel frattempo, molti studi hanno dimostrato come la somministrazione di vitamina D in pazienti con Covid-19 migliori la condizione clinica e l’esito della malattia. Il razionale dell’azione della Vitamina D sta nel fatto che, in quanto ormone, gioca un ruolo grazie alla sue proprietà immunomodulatrici, riducendo le risposte infiammatorie all’antigene. La protezione, secondo studi in corso, sembra confermarsi anche nei danni da long-Covid.
di Nicola Miglino