La steatosi epatica di origine metabolica (MASLD, Metabolic Dysfunction-Associated Steatotic Liver Disease; in precedenza steatosi epatica non alcolica), è caratterizzata da un elevato accumulo di grasso nel fegato di individui che consumano quantità ridotte/nulle di alcol. La MASLD è una patologia epatica molto diffusa in Italia e nel mondo e colpisce circa il 25-30% della popolazione, con maggiore prevalenza nei paesi con tassi elevati di obesità, diabete mellito tipo 2 e sindrome metabolica, di cui è la componente epatica. La MASLD comporta un accumulo di grasso negli epatociti ma non infiammazione.
Il Cynara cardunculus, o carciofo, è una pianta nota per le sue proprietà epatoprotettive, antiossidanti e in grado di intervenire sul metabolismo lipoproteico inibendo l’HMG-CoA reduttasi e l’acetil-CoA C-acetiltransferasi, oltre che di aumentare l’escrezione di sali biliari esercitando quindi così il suo effetto ipolipemizzante.
Si stima che la NAFLD, o steatosi epatica non alcolica, sia presente nel 78,8% dei soggetti affetti da sindrome metabolica e nel 70-80% dei pazienti affetti da diabete di tipo 2. La relazione è tale che, recentemente, un consenso internazionale di esperti ha proposto di rinominare la NAFLD in “malattia del fegato grasso associata a disfunzione metabolica” (MAFLD), termine che focalizza proprio l’attenzione sull'interazione bidirezionale tra fegato grasso e alterazioni metaboliche e sottolinea la necessità di valutare questa condizione indipendentemente dal consumo di alcol e altre coesistenti cause di malattie del fegato.
Le linee guida dietetiche internazionali raccomandano di limitare il consumo di carne rossa perché è stata ampiamente associata a aumento della mortalità per cancro, in particolare nei pazienti con patologie epatiche, come la steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (Masld), oggi la principale causa di disfunzione epatica nel mondo e non è stato ancora stabilito alcun trattamento specifico oltre alla correzione dello stile di vita. Un recente studio, pubblicato su Nutrients, per la prima volta ha dimostrato che il consumo di circa 30 g/die di verdure in foglia riduce il rischio di mortalità nei pazienti colpiti da Masld. Ne parliamo con Rossella Donghia, Istituto nazionale di gastroenterologia, Irccs Saverio de Bellis, castellana Grotte (Ba), prima firma del lavoro.