Restrizione calorica per migliorare l'efficacia dei trattamenti tumorali. Un filone d'indagine che sta suscitando grande interesse nella comunità scientifica e che vede l'Italia tra i pionieri nella sperimentazione, grazie, in particolare, all'impegno dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int). Proprio da qui è partito uno studio clinico multicentrico, denominato Breakfast-2, che promette di fare chiarezza sulla correlazione tra aspetti nutrizionali ed esiti terapeutici in pazienti oncologici.
Una nuova ricerca pubblicata sul Journal of the national comprehensive cancer network suggerisce che donne con cancro alla mammella e bassi livelli di vitamina D prima di iniziare il trattamento con il chemioterapico paclitaxel hanno maggiori probabilità di sviluppare neuropatia periferica.
Cominciano ad arrivare i primi dati clinici sugli effetti della dieta-mima digiuno (Fmd) nella terapia antitumorale e sembrano aprire nuovi scenari nella lotta al cancro. È dei giorni scorsi, infatti, la pubblicazione su Nature communications dei risultati del primo trial randomizzato e controllato teso a valutare gli effetti della mima-digiuno su tossicità ed efficacia della chemioterapia in pazienti con cancro al seno. Risultati davvero incoraggianti, che confermano quanto già gli studi sui modelli animali avevano suggerito: il protocollo dietetico in associazione alla chemio ne migliora l’efficacia riducendone la tossicità.
Pazienti con carcinoma mammario che assumono integratori alimentari ad azione antiossidante (ferro, vitamina B12 e acidi grassi omega-3) prima o durante la chemioterapia possono avere un maggior rischio di recidiva e morte per malattia: è quanto sostiene una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Clinical Oncology.