Si terrà dal 14 al 15 maggio prossimi, presso l’Hotel Villa Torretta di Sesto San Giovanni (Mi), il 9° Congresso nazionale Brain&Malnutrition, preziosa occasione di aggiornamento per i professionisti sulle correlazioni tra neurologia e alimentazione.

Basta una disidratazione moderata per determinare una più o meno grave alterazione dello stato cognitivo. È molto importante, perciò, imparare a riconoscerne tempestivamente le caratteristiche cliniche, in particolare negli anziani, considerato che lo stimolo della sete tende a decrescere con l’età e che, negli anni, i reni possono perdere la capacità e l’efficienza a trattenere l’acqua.

Le proteine ​​del siero di latte, o whey protein, sono ampiamente utilizzate dalle industrie alimentari e farmaceutiche e apprezzate dagli operatori sanitari per il loro valore nutrizionale, con enfasi sulla presenza di alti livelli di β-lattoglobulina, α-lattalbumina, immunoglobuline, lattoferrina, lattosio, minerali, vitamine e lipidi.

Ne è colpito il 7,5 della popolazione anziana, con punte addirittura del 77% in ambito riabilitativo/convalescenza. La sarcopenia è un fenomeno clinico che mette a serio rischio l’abilità fisica di chi ne è colpito, peggiorandone la qualità di vita. Attività fisica e interventi nutrizionali rappresentano i due rimedi più efficaci. L’integrazione proteica, in quest’ambito svolge, un ruolo di grandissimo rilievo. Come, ce lo spiega Paolo Orlandoni, responsabile Uosd di Nutrizione clinica all’Inrca-Irccs di Ancona tra i protagonisti del convegno “Cibo e nutraceutici. Parola chiave: caratterizzazione” organizzato nei giorni scorsi all’Università di Camerino, da Gianni Sagratini e Matteo Cerquetella.

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