Studio Usa: sconti sui cibi sani promuovono acquisti virtuosi

06 Dicembre 2023

Abbassare i costi di alimenti più salutari potrebbe rivelarsi la strategia più efficace per agevolarne il consumo. Queste le conclusioni di uno studio condotto da ricercatori della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, appena pubblicato su PlosOne.

Negi Stati Uniti, solo il 10 e il 12% della popolazione adulta consuma quantità adeguate di frutta e verdura e uno dei fattori condizionanti sembra essere il maggior costo rispetto a cibi più economici ma anche nutrizionalmente più scadenti.

I ricercatori hanno così coinvolto 64 partecipanti, di età compresa tra 18 e 70 anni, con Bmi variabile da 24,5 a 50 Kg/m2 dividendoli in tre gruppi: dopo 8 settimane di osservazione, per altre 32 potevano avere uno sconto pari al 30, 15 o nullo sull’acquisto di frutta, verdura e bevande non zuccherate in alcuni supermercati di New York. Seguiva, poi, un follow up di 16 settimane. Al momento, sono stati pubblicati i dati di un’analisi ad interim, sino alla 16.ma settimana di intervento, monitorando sia i consumi che alcuni parametri biometrici e biochimici (peso corporeo, percentuale di grasso corporeo, pressione sanguigna, glicemia a digiuno, emoglobina A1C, lipidemia).

I risultati mostrano che lo sconto del 30% ha portato a un aumento significativo del consumo sia di verdura che di bevande non zuccherate. Il gruppo con lo sconto del 15% ha mostrato un aumento non significativo nel consumo di bevande non zuccherate, ma nessun cambiamento per le verdure. Pertanto, dicono gli Autori, uno sconto del 15% potrebbe non influenzare il consumo di verdure. A differenza delle verdure, non vi è stato alcun effetto degli sconti sul consumo di frutta. Lo stesso consumo di bevande non zuccherate nel gruppo 30% è risultato inversamente correlato a quello di bevande zuccherate: in un certo qua modo, si è registrata un’inversione di consumi.

Tutto questo, però, non ha portato benefici sul fronte clinico, in termini, per esempio, di riduzione del peso o altro anche se, sostengono gli Autori, bisognerebbe aspettare la fine dello studio, al quale mancherebbero ancora 16 settimane di intervento e 16 di follow-up.

“I risultati di questo studio indicano che gli sconti, soprattutto al livello del 30%, possono tradursi in un aumento del consumo di verdure e bibite dietetiche. Sono dati che mostrano come incentivi economici siano in grado di promuovere consumi salutare. Pertanto, la riduzione del prezzo degli alimenti a basso contenuto calorico, in particolare le verdure, può essere una strategia utile da prendere in considerazione da parte delle autorità sanitarie per promuovere comportamenti dietetici sani”.

Nicola Miglino

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