Eccesso di peso: molti italiani si limitano a controllare la bilancia

17 Ottobre 2023

Oltre un italiano su due controlla il proprio peso mensilmente o quasi (54,1 per cento) e circa uno su quattro con una regolarità almeno settimanale (23,8 per cento), eppure quasi 20 milioni di italiani conducono una vita sedentaria, solo il 5 per cento consuma le 5 porzioni al giorno di frutta e verdura raccomandate dall’Oms e l’obesità è cresciuta oltre l’11 per cento.

Questi sono alcuni dei dati Istat 2022 sulle abitudini degli italiani presentati nei giorni scorsi a Roma durante il quinto Italian obesity barometer summit “No silos, strategie per contrastare l’obesità”, realizzato con il contributo non condizionato di Novo Nordisk nell’ambito del progetto internazionale Driving change in obesity.

Secondo le stime Istat, in Italia, nel 2022 la percentuale di adulti con sovrappeso e obesità, pari al 46,3 per cento, è tornata ai livelli pre-pandemia, durante la quale si era raggiunto il picco del 47,6 per cento. Tuttavia, è solo il numero di persone con sovrappeso che è sceso, tanto che quello delle persone con obesità è passato dal 10,9 per cento del 2019 all’11,4 per cento nel 2022, con un picco del 12 per cento nel 2021.

“L’Italia è uno dei paesi con i più bassi livelli di attività fisica. Sebbene i dati sulla sedentarietà mostrino un miglioramento in tutte le fasce di età, in particolare tra i 45 e i 74 anni, resta un comportamento ancora troppo diffuso nel nostro Paese”, spiega Roberta Crialesi, dirigente Servizio sistema integrato salute, assistenza e previdenza, Istat. “Per quanto riguarda le abitudini alimentari poco salutari, in Italia, circa una persona adulta su due consuma dolci, come torte farcite, merendine, gelati, almeno qualche volta a settimana e l’11,3 per cento tutti i giorni, mentre più di una persona su quattro consuma snack salati almeno qualche volta a settimana. In 20 anni il consumo degli snack salati tra gli adulti è aumentato del 50 per cento; in particolare è più che raddoppiato tra i 45-64enni. Inoltre, negli ultimi 20 anni il consumo giornaliero di frutta e verdura è diminuito del 5 per cento e quasi un adulto su cinque non assume frutta o verdura con cadenza giornaliera”.

Secondo Nathan Levialdi Ghiron, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata “l’obesità rappresenta una sfida irrisolta di salute pubblica, che troppo spesso viene sottovalutata e ignorata. È giunto il momento di mettere in atto soluzioni di politica sanitaria e di governance clinica che siano in grado di dare risposte concrete e soprattutto che coinvolgano l’intera popolazione, partendo dall’inclusione dell’obesità nel Piano nazionale delle malattie croniche al fine di aumentare il supporto e diminuire le disuguaglianze di accesso alle cure sul territorio”.

Conclude Paolo Sbraccia, Co-Editor di Obesity monitor e vice-presidente vicario di Ibdo Foundation: “Bisogna ricordare che l’obesità è una malattia molto complessa e che se i fattori ambientali hanno sicuramente una grande responsabilità nell’accumulo di peso, la suscettibilità ad ammalarsi è data da fattori genetici, epigenetici, nuroendocrinologici e, in generale, biologici che oggi possono essere contrastati con nuovi e innovativi strumenti terapeutici nell’ambito comunque di un approccio multidisciplinare”.

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