Benefici del Ramadan sulla salute cardiometabolica

02 Aprile 2024

Osservare il Ramadan aiuta a ridurre, anche se temporaneamente, il colesterolo, altri lipidi e i marcatori infiammatori nel sangue. Questa la conclusione di un gruppo di scienziati che hanno esaminato il modello del digiuno intermittente del Ramadan (Rif) nelle persone in sovrappeso e obese. I risultati suggeriscono che il Rif è associato a miglioramenti dei lipidi nel sangue e del livello di composti grassi chiamati ceramidi e sfingolipidi nel sangue, nonché a una protezione temporanea contro i fattori di rischio cardiometabolico.

"Il Rif è associato a miglioramenti nelle specie lipidiche della sfingosina plasmatica, della sfinganina sfingomielina e della diidrosfingomielina", scrivono gli scienziati nel loro studio pubblicato in Scientific Reports.

Lo studio, condotto congiuntamente da scienziati dell'Università di Sharjah negli Emirati Arabi Uniti, dell'Università americana dello Utah e della Jordan University della Giordania, rileva inoltre "un miglioramento del profilo lipidico e dei marcatori infiammatori, che può conferire una protezione a breve termine contro i problemi cardiometabolici in pazienti con sovrappeso/obesità."

Il digiuno intermittente è associato a enormi alterazioni metaboliche che sono alla base dei suoi diversi effetti sulla salute. “I cambiamenti nel metabolismo dei lipidi, in particolare quello delle ceramidi e di altri sfingolipidi, sono tra le più notevoli di queste alterazioni", scrivono i ricercatori.

Gli autori hanno eseguito il loro studio prima, durante e dopo il Ramadan, un mese sacro di 29-30 giorni nel calendario lunare musulmano. I loro dati derivano dall'esame delle condizioni di salute dei soggetti intervistati.

La durata del digiuno varia a seconda della posizione geografica, ma generalmente si stima che duri tra le 12 e le 17 ore al giorno. Si dice che la durata media giornaliera del digiuno per i musulmani in tutto il mondo sia di circa 15 ore al giorno, a seconda della località.

Tuttavia, è consentito mangiare liberamente e senza restrizioni durante la notte, corrispondente alle 12-17 ore di digiuno giornaliero determinate dalla stagione solare che attraversa il mese lunare del Ramadan.

"Abbiamo confrontato le variabili studiate per ciascun partecipante prima e dopo o alla fine del Ramadan, il che significa che ogni partecipante fungeva da controllo. I partecipanti non hanno ricevuto alcuna raccomandazione per cambiamenti nella dieta, nello stile di vita o nell'attività fisica in nessuna fase durante questo studio" hanno sottolineato gli autori.

Il campione comprendeva adulti sani in sovrappeso e obesi, con una fascia di età compresa tra 18 e 58 anni.

Nelle donne sono stati semplicemente osservati 23-25 giorni di digiuno poiché la giurisdizione musulmana vieta il digiuno durante le mestruazioni. Il campione comprende solo gli adulti, poiché i bambini sono esentati dal digiuno del Ramadan.

Durante tutto il periodo di osservazione, sono state effettuate misurazioni antropometriche, biochimiche (profilo lipidico, marcatori glicemici e infiammatori) e relative all'assunzione alimentare.

Agli intervistati è stato chiesto di continuare con il loro livello di esercizio abituale poiché un'attività fisica extra avrebbe potuto interferire con le misurazioni biochimiche.

È emerso che il Rif si associa a una riduzione della massa corporea e della massa grassa indipendentemente dai cambiamenti nell'apporto calorico, con il regime di digiuno che determina una riduzione della quantità totale di colesterolo. Gli esami di laboratorio sui marcatori infiammatori mostrano che il Rif è associato a una riduzione delle probabilità di soffrire di condizioni flogistiche causate da malattie autoimmuni e tumori.

Elisabetta Torretta

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