Aminoacidi essenziali in caso di obesità sarcopenica

19 Settembre 2023

I pazienti affetti da obesità sono nella maggioranza dei casi protetti dalla sarcopenia proprio in virtù dell’eccesso ponderale. Diversi fattori, però, possono innescare una progressiva perdita di massa muscolare in questi pazienti che potrebbero così giovarsi di una supplementazione con aminoacidi essenziali (Aae), come sottolineato di recente a Bologna, nel corso del 13° Congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica) da Federico Vignati, Uoc di Malattie endocrine e diabetologia, Ospedale Sant’Anna, Como.

“La supplementazione con Aae trova la principale applicazione nel trattamento della sarcopenia”, spiega Vignati. “Questa indicazione si basa sulle particolari caratteristiche di alcune miscele di Aae che possiedono almeno due fondamentali proprietà. La prima consiste nel fatto che gli Aae, se introdotti in forma libera e con precisi rapporti stechiometrici fra loro, sono in grado di stimolare le sintesi proteiche muscolari e di tutte le proteine corporee in modo massimale anche in presenza di resistenza anabolica, come mei soggetti anziani, insulino-resistenza e indipendentemente dalla possibilità di associare esercizio fisico. Ciò consente di proteggere il muscolo dallo sbilanciamento catabolico tipico della età avanzata migliorandone la forza. La seconda proprietà risiede nel fatto che alcune miscele di Aae sono in grado di stimolare la biogenesi mitocondriale sia nell’animale da esperimento che nell’uomo. La migliorata performance mitocondriale, rendendo più facilmente disponibile la produzione di energia sotto forma di Atp, a cascata migliora la capacità anti-ossidante, il turnover proteico cellulare, la produzione di sirtuine andando così a contrastare alcuni dei fenomeni responsabili dell’instaurarsi della sarcopenia stessa”.

Queste due proprietà, secondo Vignati, ampliano i possibili campi di applicazione della supplementazione con Aae. Le ricerche infatti, hanno già sondato nell’uomo l’efficacia di questo approccio nel contrastare la steatosi epatica, lo scompenso cardiaco, l’obesità, il diabete senile, la tossicità da statine e da chemioterapici come la doxorubicina e non ultima la senescenza.

I pazienti affetti da obesità - prosegue Vignati - sono nella maggioranza dei casi protetti dalla sarcopenia dall’eccesso ponderale stesso. La storia dell’andamento ponderale, la presenza di ripetute oscillazioni di peso dovute al dieting, la presenza di eventi acuti o cronici che limitano il movimento, così come la presenza di malattie croniche che riducono la capacità anabolica favorendo nel contempo il catabolismo muscolare, possono però innescare una progressiva perdita di massa muscolare tanto da indurre un quadro di sarcopenia pur in una condizione di eccesso ponderale. Nella pratica clinica, il maggior rischio che si corre nell’indurre calo ponderale nei soggetti affetti da obesità sarcopenica è quello di accentuare la sarcopenia stessa. Ciò è molto probabile soprattutto quando viene a mancare la naturale azione protettiva sul muscolo esercitata dalla attività fisica che talora è fortemente limitata da fattori anagrafici e ortopedici. Il peculiare meccanismo di azione delle miscele di Aae si adatta perfettamente allo scopo di preservare la massa magra pur in presenza della restrizione calorica necessaria ad ottenere la perdita di peso”. (n.m.)

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