Sinu, ecco la dieta salva cuore ad alta sostenibilità

19 Giugno 2023

Al XLIII congresso nazionale della Sinu (Società italiana di nutrizione umana), svoltosi di recente ad Arezzo, è stata presentata la dieta per la prevenzione del rischio cardiovascolare, che risulta anche in grado di ridurre del 48,6% le emissioni di gas serra, legate agli attuali consumi europei.

L’analisi, sviluppata dall’unità di ricerca su nutrizione, diabete e metabolismo dell’Università Federico II di Napoli, con la collaborazione di ricercatrici indipendenti e di altre afferenti al Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici e al dipartimento di Scienze e tecnologie ambientali dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha ricevuto il Premio Barba, come migliore ricerca scientifica condotta nel campo della nutrizione umana da un iscritto alla Sinu di età inferiore ai 35 anni. Grazie ai dati di associazione tra consumo di specifiche quantità dei diversi alimenti e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, è stato definito un modello alimentare basato sulle frequenze e le quantità di consumo ottimali di ciascun alimento per la prevenzione cardiovascolare. Tale piano alimentare settimanale è stato confrontato con la dieta abituale della popolazione europea, ed è stata, quindi, valutata l’adeguatezza nutrizionale e l’impatto sul clima in termini di emissioni di gas serra dei due modelli alimentari.  I risultati hanno mostrato che la dieta ottimale per la prevenzione cardiovascolare non prevede l’esclusione di alcun alimento, ma li assortisce tutti nelle frequenze e nelle quantità appropriate, secondo i dati disponibili in letteratura (vegetali freschi, cereali integrali e yogurt ogni giorno, legumi e pesce fino a 4 volte a settimana, uova, formaggi e carni bianche non più di tre volte a settimana, carni rosse, cereali ad alto indice glicemico o patate non più di una volta a settimana, carni processate occasionalmente). Rispetto alla dieta degli europei, quella ideale per la prevenzione cardiovascolare include un maggior consumo di frutta e verdura, cereali integrali, cereali raffinati a basso indice glicemico come pasta, frutta secca a guscio, legumi e pesce, a scapito di carne bovina, burro, cereali ad alto indice glicemico, patate e zucchero. Tale modello alimentare è in grado di assicurare l’assunzione di tutti i macro e micro nutrienti nelle quantità raccomandate dall’Efsa e di migliorare il profilo nutrizionale della dieta attuale della popolazione europea. Infine, ma non per ultimo, lo studio ha dimostrato che la dieta sviluppata per l’ottimizzazione del rischio cardiovascolare è in grado di ridurre del 48,6% le emissioni di gas serra legate agli attuali consumi europei. Uno strumento pratico, dunque, adatto alla popolazione adulta sana, che potrebbe non solo contribuire alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, ma anche ridurre con effetto immediato l’impatto sul clima delle scelte alimentari di ciascun individuo. 

Gli autori della ricerca sono: Annalisa Giosuè, Ilaria Calabrese, Gabriele Riccardi, Marilena Vitale, Olga Vaccaro (Unità di ricerca su nutrizione, diabete e metabolismo dell’Università Federico II di Napoli, dipartimento di Medicina clinica e Chirurgia); Marta Antonelli (divisione Iafes del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici) e Francesca Recanati e Katarzyna Dembska, ricercatrici indipendenti .Hanno collaborato: Simona Castaldi (dipartimento di Scienze e tecnologie ambientali dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”) e Francesca Gagliardi, del dipartimento di Economia politica e Statistica dell’Università di Siena.  

 
Prospetto dieta Buona per il cuore e buona per il pianeta - XLIII Congresso Nazionale SINU

 

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