Ricorderete, non più tardi di qualche mese fa, le polemiche, anche tra scienziati, sulla decisione dell’Irlanda di inserire nell’etichetta degli alcolici gli avvertimenti sui danni alla salute. A conferma, però, dei pericoli fin troppo sottaciuti, arrivano i dati sui consumi di alcol in Italia presentati lo scorso 19 aprile dall’Osservatorio nazionale alcol (Ona) dell’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione dell’Alcohol prevention day.

Caffeina sicura, alcol no. Questo, in sintesi, il suggerimento per un buon esisto dei trattamenti per la fertilità nelle donne, secondo una review pubblicata su Acta obstetricia et gynecologica scandinavica.

Nessun beneficio ma solo rischi per salute nel bere alcolici tra i 15 e i 39 anni. Oltre i 40 anni, 1-2 bicchieri di vino rosso al giorno possono invece apportare benefici sul fronte cardiovascolare. Questi i risultati, pubblicati su The Lancet, di una nuova analisi derivante dal Global burden of disease, lo studio epidemiologico che osserva in termini di salute quali sono i fattori di rischio e come sono cambiati dal 20.mo al 21.mo secolo in 204 paesi nel mondo. Si tratta della prima indagine a riportare il rischio del consumo di alcol per regione geografica, età, sesso e anno, in questo caso il 2020.

Cirrosi dovuta a obesità e abuso di alcol. Questa la maggiore preoccupazione, oggi, per gli epatologi, che hanno lanciato l’allarme nel corso del 54° Congresso nazionale Aisf (Associazione italiana per lo studio del fegato) tenutasi a Roma la scorsa fine di marzo.

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