Non mangiare troppo tardi la sera, per evitare lo stress infiammatorio ed essere in linea con i ritmi circadiani della giornata e associare a ogni pasto frutta, verdura, legumi, perché la presenza dei composti bioattivi del mondo vegetale in quella fase di digestione è in grado di ridurre fortemente sia l’aumento dei trigliceridi ma soprattutto la risposta infiammatoria ossidativa.
“Da anni la scienza ci dice che l'alimentazione è essenziale per il corretto sviluppo e per l'equilibrio del sistema immunitario. Ma l'interesse verso il cibo ha anche fatto proliferare diete assurde e dannose, fake news di ogni genere e un business di pillole, prodotti e approcci che oltre a svuotarci le tasche possono danneggiare la nostra salute”. Così Antonella Viola, immunologa, ordinaria di Patologia generale presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova e direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica (Irp-Città della Speranza), presenta Il cibo buono. C'è più gusto a nutrirsi bene (Gribaudo, 240 pp.; € 18,90), scritto a quattro mani con il nutrizionista Daniele Nucci.
Esposoma, ovvero lo studio di tutte le influenze ambientali che, nel corso della vita di una persona, possono modificarne lo stato di salute. E qual è, tra i numerosi fattori ambientali che compongono l’esposoma umano, quello centrale? L’alimentazione: i comportamenti alimentari concorrono, infatti, al mantenimento dello stato di benessere e all’ottimizzazione dei vari aspetti della fisiologia del corpo, soprattutto per un’efficace funzionalità del sistema immunitario. Questo il presupposto dal quale è partito un panel di scienziati afferenti al Gruppo 2003, guidati da Mauro Serafini, docente di Alimentazione e Nutrizione umana all’ Università di Teramo, nella stesura di Immunonutrizione, stili di vita e benessere, un dossier che discute i rapporti tra immunità, nutrizione e ambiente, offrendo suggerimenti pratici in chiave di prevenzione primaria.
Uno studio preliminare, realizzato dall’Università di Napoli Federico II, evidenzia il ruolo di un estratto di melograno in abbinamento a vitamine del gruppo B e C nel contrastare l’affaticamento prolungato o a breve termine. L'indagine è stata condotta su 78 soggetti (21 uomini e 57 donne), trattati per un mese al fine di testare l'efficacia e la tollerabilità dell’estratto attraverso questionari internazionalmente validati per la valutazione del livello di fatica e della qualità della vita.