Benefici del mirtillo su funzione endoteliale e pressione sanguigna

02 Aprile 2019

Il consumo di 200 g/die di mirtillo per un mese determina un miglioramento della funzione endoteliale dei vasi sanguigni con conseguente diminuzione della pressione sistolica.

Sono i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Gerontology Series A e condotto da ricercatori del King’s College London su 40 volontari sani randomizzati a ricevere, tutti i giorni per un mese, una bevanda contenente 200 g di mirtillo o altra bevanda di controllo. I ricercatori hanno monitorato i valori di alcune sostanze in sangue e urine, nonché la pressione arteriosa e la dilatazione flusso-mediata (Fmd) dell’arteria brachiale, indicatore di possibile rischio cardiovascolare. Successivamente, sono stati messi a confronto gli effetti della bevanda a base di mirtilli con quelli di bevande contenenti antocianine purificate o con livelli di fibre, minerali e vitamine pari a quelle contenute nei mirtilli.

I risultati hanno evidenziato effetti sulla funzione dei vasi sanguigni già due ore dopo il consumo delle bevande a base di mirtilli. Dopo un mese, la pressione sanguigna si è ridotta di 5 mmHg, effetto, sottolineano gli autori, simile a quanto si osserva comunemente negli studi farmacologici. Le bevande contenenti antocianine purificate hanno determinato miglioramenti della funzione endoteliale, effetto che non si è verificato con quelle arricchite di fibre, minerali e vitamine.

“I potenziali benefici dei mirtilli possono essere dovuti agli effetti vascolari degli antociani che circolano prevalentemente nel sangue come metaboliti dell'acido fenolico” sottolineano gli autori. “Sebbene sarebbe meglio mangiare l'intero mirtillo per ottenere il massimo beneficio, il nostro studio rileva che la maggior parte degli effetti può dunque essere spiegata dagli antociani. Se i cambiamenti che abbiamo visto nella funzione endoteliale dopo aver consumato quotidianamente mirtilli potessero persistere per l'intera vita di una persona, ciò determinerebbe una diminuzione del rischio cardiovascolare sino al 20%”.

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