L’80% delle donne con tumore al seno avanzato considera la nutrizione un aspetto fondamentale della propria vita. Eppure, anche quest’ambito è investito dalle conseguenze della malattia: infatti il 39% delle pazienti dice di aver perso il piacere del cibo e il 32% dichiara che cucinare è diventato fonte di stress. Questi i risultati di un’indagine condotta da Elma Research, per conto di Novartis, su 160 pazienti italiane in premenopausa, con un'età media di 43 anni, affette da carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico e volta a comprendere i vissuti e i bisogni di chi riceve la diagnosi di tumore al seno in età fertile, nel pieno della vita.

Una nuova strada, basata su un approccio nutrizionale, si apre nella lotta contro i tumori. Si chiama Breakfast, infatti, lo studio avviato lo scorso maggio all’Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int) e presentato in questi giorni alla stampa, il cui obiettivo è dimostrare l’efficacia della dieta mima-digiuno ciclica, da sola oppure in associazione al farmaco antidiabetico metformina, in pazienti tra i 18 e i 75 anni con diagnosi di tumore del seno triplo negativo, senza metastasi, sottoposte a chemioterapia prima dell’intervento chirurgico. Tempo di attesa per i primi risultati: due anni.

Periodo decisamente fertile di indicazioni quello per la dieta mima-digiuno, in particolare in ambito oncologico. Già lo scorso maggio avevamo cominciato a raccontarvi dell’efficacia, su modello animale, di una combinazione di questo protocollo dietetico con alte dosi di vitamina C in tumori Kras mutati. Poi sono arrivati i primi dati clinici di cui vi abbiamo dato conto la scorsa settimana, quando uno studio olandese ha evidenziato la capacità della mima-digiuno di migliorare la risposta alla chemioterapia in donne con tumore al seno. Passano pochi giorni ed ecco che su Nature appaiono i risultati di uno studio internazionale, coordinato dal Policlinico Universitario San Martino di Genova e dall’Ifom (Istituto firc di oncologia molecolare) di Milano, e sostenuto da Fondazione Airc, in cui, per la prima volta, sono stati valutati gli effetti di cicli ripetuti della dieta a base vegetale ipocalorica in pazienti con tumore al seno, anche metastatico, in trattamento con terapia ormonale.

Cominciano ad arrivare i primi dati clinici sugli effetti della dieta-mima digiuno (Fmd) nella terapia antitumorale e sembrano aprire nuovi scenari nella lotta al cancro. È dei giorni scorsi, infatti, la pubblicazione su Nature communications dei risultati del primo trial randomizzato e controllato teso a valutare gli effetti della mima-digiuno su tossicità ed efficacia della chemioterapia in pazienti con cancro al seno. Risultati davvero incoraggianti, che confermano quanto già gli studi sui modelli animali avevano suggerito: il protocollo dietetico in associazione alla chemio ne migliora l’efficacia riducendone la tossicità.

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