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Omega-3 e protezione cardiovascolare: studio indaga rischi e opportunità

01 Luglio 2024

L’uso regolare di integratori di olio di pesce potrebbe avere ruoli diversi in ambito cardiovascolare: rischioso in caso di persone sane, protettivo in presenza di malattia cardiovascolare. A suggerirlo, i risultati di un ampio studio a lungo termine, pubblicato sul BmjMedicine rivista open access del gruppo British medical journal.

I ricercatori hanno voluto indagare la correlazione tra consumo integratori di olio di pesce e nuovi casi di fibrillazione atriale, infarto, ictus e insufficienza cardiaca e morte per qualsiasi causa in persone senza malattie cardiovascolari note.

Hanno utilizzato i dati di 415.737 soggetti facenti parte della UK Biobank (55% donne), di età compresa tra 40 e 69 anni, che sono stati intervistati tra il 2006 e il 2010 per raccogliere informazioni circa il loro consueto apporto alimentare di pesce grasso e non grasso e di integratori di olio di pesce.

La salute dei partecipanti è stata monitorata fino alla fine di marzo 2021 o alla morte, a seconda di quale evento si è verificato per primo, utilizzando i dati delle cartelle cliniche.

Quasi un terzo dei partecipanti ha affermato di utilizzare regolarmente integratori di olio di pesce, in particolare anziani, soggetti di razza caucasica e donne.

Durante un periodo medio di monitoraggio di quasi 12 anni, 18.367 partecipanti hanno sviluppato fibrillazione atriale, 22.636 hanno avuto un infarto/ictus o hanno sviluppato insufficienza cardiaca e 22.140 sono morti, di cui 14.902 senza fibrillazione atriale o gravi malattie cardiovascolari.

Tra coloro che sono passati da uno stato di buona salute cardiovascolare alla fibrillazione atriale, 3.085 hanno sviluppato insufficienza cardiaca, 1.180 hanno avuto un ictus e 1.415 un infarto e sono decedute 2.436 persone con insufficienza cardiaca, 2.088 persone e 2.098 persone che avevano avuto un infarto.

Per chi non presentava malattie cardiovascolari note all’inizio del periodo di monitoraggio, l’uso regolare di integratori di olio di pesce è risultato associato a un aumento del rischio del 13% di sviluppare fibrillazione atriale e del 5% di avere un ictus.

Tra coloro che avevano malattie cardiovascolari all’inizio del periodo di monitoraggio, invece, l’uso regolare di integratori di olio di pesce era associato a un rischio inferiore del 15% di progredire dalla fibrillazione atriale a infarto e a un rischio inferiore del 9% di progredire da insufficienza cardiaca a morte.

Trattandosi di uno studio osservazionale, non è possibile trarre conclusioni sui fattori causali, riconoscono i ricercatori. Inoltre non erano disponibili informazioni né sulla dose né sulla formulazione degli integratori di olio di pesce e, dato, che la maggior parte dei partecipanti era di razza caucasica, i risultati potrebbero non essere trasferibili a persone di altre etnie.

Così concludono: “L’uso regolare di integratori di olio di pesce potrebbe avere ruoli diversi nella progressione delle malattie cardiovascolari. Sono necessari ulteriori studi per determinare i meccanismi precisi per lo sviluppo e la prognosi degli eventi di malattie cardiovascolari con l’uso regolare di questi integratori”.

Nicola Miglino

 

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