Gli alimenti contenenti sostanze fitochimiche bioattive rappresentano oggi una risorsa efficace, sicura, tollerabile, pratica e poco costosa, in chiave sia di prevenzione sia di terapia nutrizionale. Ne è un valido esempio il sulforafano, un isotiocianato presente in natura prodotto da verdure crucifere come i broccoli noncé promettente agente chemiopreventivo con all’attivo studi nei tumori a seno, prostata, colon e derma, oltre che nella carcinogenesi polmonare, gastrica e vescicale.

I tumori si prevengono a tavola. Quante volte ci si è sentiti ripetere questa frase, nata dalla consapevolezza che la dieta sia uno strumento in grado di produrre danni o benefici per il nostro organismo. Su questo fronte è dei giorni scorsi un richiamo degli esperti del consiglio direttivo della Società italiana di gastroenterologia ed endoscopia digestiva (Sige), con una particolare attenzione rivolta al tumore del colon e prendendo spunto da una ricerca da poco pubblicata su Jnci Cancer Spectrum.

La via metabolica del carbonio che coinvolge l'acido folico, le vitamine B2, B6 e B12 e il metabolismo del folato non solo genera gruppi metilici, determinando così processi epigenetici, modificazioni del genoma e carcinogenesi, ma fornisce i composti coinvolti nella sintesi del Dna e nei processi di riparazione, in particolare nella sintesi di purine e pirimidine e nella conversione di dUmp (2-deossiuridina monofosfato) in dTmp (2-deoxythymidine monophosphate). 

I flavonoidi proteggono dal cancro alla vescica. Questo il risultato di un’analisi condotta dall’Istituto dei tumori di Milano (Int) su uno studio multicentrico italiano che ha coinvolto 690 soggetti con tumore della vescica e 665 controlli ospedalizzati per malattie acute, non neoplastiche e non legate al fumo. 

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