Tutto, si ricorda, nasce dal Decreto del 28 luglio scorso, quando il ministero della Salute introdusse nuove regole per disciplinare la produzione e la commercializzazione di integratori alimentari a base di Curcuma.
Il provvedimento nacque a seguito degli aumenti di episodi di danni al fegato conseguenti l’utilizzo di integratori alimentari alla curcuma, per i quali non potranno più essere indicati particolari effetti fisiologici precedentemente attribuiti alla sostanza.
“Le valutazioni condotte su casi di epatotossicità conseguenti all’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa, nuovamente registrati dopo i precedenti del 2019, confermano, come già concluso nel 2019, che le cause sono verosimilmente da ricondurre a reazioni di natura idiosincrasica, ovvero di ipersensibilità allergica”, si legge nel Decreto. “Tuttavia, il gruppo interdisciplinare di esperti appositamente istituito, alla luce del persistere di casi di epatotossicità, ha ritenuto necessario ampliare l’avvertenza specifica inserita nel 2019 per gli integratori contenenti estratti e preparati di Curcuma longa e spp a tutela dei consumatori. Inoltre, lo stesso gruppo, dopo un’approfondita revisione della letteratura scientifica, ha concluso che non ci sono evidenze scientifiche a supporto degli effetti fisiologici attribuiti alla Curcuma Longa nelle linee guida ministeriali”.
Il Ministero ha ribadito la responsabilità degli operatori del settore alimentare che notificano e immettono in commercio un integratore alimentare, di garantirne la conformità alla normativa e la sicurezza. È, inoltre, obbligatorio verificare che gli ingredienti impiegati non siano novel food, acquisendo tutta la documentazione necessaria a comprovarlo e mettendola a disposizione dell’autorità competente ai controlli, qualora richiesto.