Alimenti a fini medici speciali nei Lea: la richiesta urgente dei pazienti oncologici

02 Dicembre 2020

L’emergenza coronavirus ha portato una significativa riduzione dell’accesso in ospedale da parte di pazienti affetti da patologie non Covid-19. Tutto questo ha avuto un impatto rilevante anche sulla nutrizione medica a supporto dei malati oncologici, con un drastico peggioramento nel loro stato di nutrizione, a causa probabilmente dei ritardi nell’assistenza clinica o delle difficoltà nel procurarsi un supporto nutrizionale adeguato a causa del lockdown.

A quasi un anno dalla presentazione del Manifesto “Nutrizione Medica: più forza alla cura”, Nutrizione medica - Unione italiana food, Associazione confindutriale che riunisce le aziende che operano nel settore della nutrizione clinica in Italia, ha promosso nei giorni scorsi un incontro tra società scientifiche, associazioni pazienti e rappresentanti delle istituzioni, per fare il punto su quello che è stato effettivamente fatto e mettere a fuoco il contesto legato all’accesso agli Alimenti a fini medici speciali (Afms) per i malati oncologici in tempo di pandemia da Covid-19.

“La malnutrizione è un problema frequentemente associato all’aumento della tossicità dei trattamenti oncologici e alla riduzione della risposta, ma anche al peggioramento della condizione di salute del paziente oppure a quello della prognosi generale”, spiega Riccardo Caccialanza, rappresentante Sinpe (Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo). “Soprattutto in questa situazione di emergenza sanitaria, il supporto all’alimentazione dei pazienti affetti da cancro resta una priorità dovuta al rischio concreto di un peggioramento del loro stato nutrizionale poiché rimasti privi di un sostegno adeguato”.

Nel nostro Paese si sconta, purtroppo, ancora una scarsa cultura della nutrizione medica, come sottolinea Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc (Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo): “I problemi irrisolti legati alla nutrizione clinica dal punto di vista delle società scientifiche e i rischi legati alla malnutrizione nei pazienti oncologici sono ancora tanti e, tra essi, spicca la necessità di uno screening sistematico e omogeneo per la valutazione dello stato nutrizionale dei malati”.

Lo scorso dicembre, la presentazione del Manifesto intendeva portare all’attenzione delle istituzioni l’importanza della presa in carico del paziente malnutrito, garantendo equità di accesso alle cure, presenza degli screening nutrizionali nei Pdta, costruzione in tutte le regioni di reti di nutrizione clinica, attuazione delle linee di indirizzo approvate dall’Accordo Stato-Regioni in tema di percorsi nutrizionali per i pazienti oncologici, riconoscimento della nutrizione clinica come una vera e propria terapia e, infine, reintroduzione della detraibilità fiscale.

“Purtroppo manca ancora una piena operatività delle iniziative intraprese”, dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, componente della Commissione nazionale per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza. “A causa della situazione attuale è necessario oggi perseguire diversi obiettivi: nell’immediato, vi è l’esigenza di una soluzione ponte durante la fase Covid-19 per rispondere ai bisogni urgenti dei pazienti; tuttavia, non possono essere tralasciate anche l’introduzione dello screening nutrizionale nei Pdta, la costruzione di reti di nutrizione clinica e l’inserimento degli Afms nei Livelli essenziali di assistenza”.

Alimenta speranze suscita l’intervento di Massimo Casciello, direttore generale igiene e sicurezza degli alimenti del ministero della Salute.

“Il Covid ci ha insegnato la necessità di integrazione tra tre elementi: una diagnosi diffusa e sufficientemente precisa sul territorio; un cambiamento delle modalità di cura e presa in carico dei malati e il rapporto stretto con le associazioni di pazienti. Attraverso il recovery fund si sta lavorando per avviare un progetto che potenzi la penetrazione territoriale dell’assistenza ai pazienti e intanto è stata presentata ufficialmente per la finanziaria 2021 la richiesta di inserimento degli alimenti a fini medici speciali nei Lea, con l’obiettivo di ottenerne la rimborsabilità, assumendo dunque un impegno da perseguire concretamente.

Intanto, le aziende che si occupano di nutrizione medica si sono rese disponibili a sviluppare prodotti e servizi sempre più efficaci nel rilevare, prevenire e trattare condizioni di malnutrizione per difetto.

“Il contesto della pandemia da Covid-19 ha rallentato quello che un anno fa ci auguravamo fosse un processo più rapido e concreto”, spiega Marco Alghisi, presidente di Nutrizione medica Unione italiana food. “Il nostro obiettivo oggi resta quello creare consapevolezza in tutti gli attori e gli enti istituzionali coinvolti per risolvere urgentemente le diseguaglianze di accesso dei pazienti oncologici agli Afms e garantire finalmente l’effettiva uniformità di accesso alle terapie nutrizionali su tutto il territorio nazionale”.

Nicola Miglino

 

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