Jama oncology: caffè migliora sopravvivenza in caso di ca colorettale metastatico

14 Ottobre 2020

Poche tazze di caffè per rallentare la progressione di malattia e aumentare la sopravvivenza in caso di ca colorettale metastatico. Un’ipotesi che ora si basa su dati concreti provenienti da uno studio osservazionale prospettico pubblicato su Jama Oncology. Come tale, non dà ovviamente informazioni su un rapporto causa-effetto, ma quanto visto non soltanto conferma indicazioni precedenti relative a forme non metastatiche ma pone le basi per futuri trial clinici di intervento.

I ricercatori americani hanno esaminato i dati di 1.141 partecipanti all’Alliance/Swog 80405, uno studio clinico di fase 3 già terminato che confrontava l'aggiunta di cetuximab e/o bevacizumab alla chemioterapia standard in pazienti con cancro colorettale precedentemente non trattato, in stadio localmente avanzato o metastatico.

Al momento dell'arruolamento, i partecipanti avevano compilato un questionario delle abitudini alimentari, consumo di caffè compreso e così i ricercatori hanno potuto valutare, in un follow-up medio di 5,4 anni, il decorso di malattia anche in funzione di questo parametro.

Risultati davvero sorprendenti: rispetto a chi non beveva caffè, il rischio di progressione di malattia diminuiva del 5% per ogni tazza consumata al giorno, mentre la mortalità del 7%. Chi consumava 2-3 tazzine/die aveva un rischio di progressione e mortalità ridotti del 18% che, con almeno 4 tazzine/die, diventavano -22% e -36% rispettivamente.

"È noto che diversi composti del caffè hanno proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e insulino-sensibilizzanti che possono essere efficaci nel contrastare il cancro", afferma Chen Yuan del Dana Farber cancer institute di Boston che ha coordinato la ricerca insieme a Christopher Mackintosh, della Mayo clinic school of medicine di Rochester, nel Minnesota. "Altri studi, di carattere epidemiologico, avevano già messo in evidenza l’associazione tra maggior consumo di caffè e migliore sopravvivenza in pazienti con cancro al colon in stadio 3, ma non era noto il vantaggio nelle forme metastatiche”.

Così conclude Kimmie, del Dana-Farber: “I nostri risultati ci hanno permesso di stabilire un'associazione, ma non una relazione di causa-effetto. Di conseguenza, è prematuro raccomandare un'elevata assunzione di caffè come potenziale trattamento per il cancro del colon-retto, benché l’evidenza suggerisca che non è pericoloso e può arrecare benefici. Piuttosto, si aggiungono ulteriori dati sull’importanza della dieta e di altri fattori modificabili nel trattamento dei pazienti colpiti da questa forma di neoplasia. Sono sicuramente necessarie ulteriori ricerche per determinare quale sia la reale connessione causale tra consumo di caffè e miglior prognosi nei pazienti con cancro del colon-retto, in particolare per individuare i composti all'interno del caffè responsabili di questi vantaggi".

Nicola Miglino

 

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