Disbiosi, fattore prognostico negativo in caso di Covid-19

09 Settembre 2021

Trattare la disbiosi con probiotici come approccio adiuvante in caso di Covid-19. Questa l’ipotesi suggerita da un gruppo di Autori su La Revue des microbiotes, in base alle evidenze scientifiche oggi disponibili che mettono in evidenza la forte correlazione tra gravità della malattia e alterazioni della flora batterica intestinale.

Trattare la disbiosi con probiotici come approccio adiuvante in caso di Covid-19. Questa l’ipotesi suggerita da un gruppo di Autori su La Revue des microbiotes, in base alle evidenze scientifiche oggi disponibili che mettono in evidenza la forte correlazione tra gravità della malattia e alterazioni della flora batterica intestinale.

Come noto, la prognosi di Covid-19 è strettamente legata all’evoluzione della tempesta citochinica scatenata dall’infezione di Sars-CoV-2 e dalle sue conseguenze sulla salute polmonare. Tutto sembra giocarsi sul sottile equilibrio tra attività infiammatoria e immunosoppressiva dell’organismo: un deficit di quest’ultima non consente di controllare la prima, che tende così a prendere il sopravvento e provocare gli effetti devastanti che possono portare anche a morte.

Diverse ricerche, in questi mesi, hanno messo in evidenza significative alterazioni del microbiota polmonare e intestinale in pazienti Covid-19. Altre, in aggiunta, hanno potuto verificare come, nelle forme più severe della malattia, si riscontri a livello intestinale una minore eterogeneità di specie microbiche presenti, con prevalenza di quelle patogene appartenenti ai generi Streptococcus, Rothia, Veillonella e Actynomices. Da qui il razionale di una disbiosi indotta dal virus che, a sua volta, può determinare un cattivo funzionamento del sistema immunitario in grado di alimentare la tempesta citochinica.

Di certo c’è che Ace2, il recettore della proteina Spike attraverso cui Sars-CoV-2 penetra nelle cellule, è presente, oltre che nei polmoni, anche nelle cellule intestinali, tanto che, spesso, i segnali di avvenuta infezione arrivano proprio da sintomi gastrointestinali avvertiti dai pazienti quali perdita di appetito, nausea e diarrea. Lo stesso RNA virale è presente sovente nelle feci dei pazienti, anche in assenza di sintomi gastrointestinali e spesso settimane dopo che il virus è scomparso dai polmoni.

Ecco, dunque, l’ipotesi che i probiotici, e in particolare quelli a maggiore attività antinfiammatoria, possano aiutare a rispristinare un microambiente intestinale sano laddove persista una disbiosi legata da una parte al danno diretto indotto dal virus e, dall’altra, a quello eventualmente provocato da una concomitante terapia antibiotica dovuta a contestuale sovrainfezione batterica. Un approccio che, ovviamente, andrà attentamente verificato e approfondito da future ricerche, ma che può far leva su alcune evidenze in ambito respiratorio.

Già una review Cochrane, per esempio, del 2015 ha messo in evidenza la capacità dei probiotici di ridurre numero e durata di infezioni acute del tratto respiratorio superiore, ipotizzando un’azione su più fronti, dalla riduzione della permeabilità intestinale al rafforzamento dell’immunità innata e acquisita.

«È stato dimostrato che i probiotici inducono a livello polmonare e intestinale una maggior produzione di interferoni di tipo 1, antigen-presenting cells, linfociti T e B», concludono gli Autori. «Il potenziale beneficio di un impiego dei probiotici è triplice: garantire una migliore omeostasi intestinale, nonché rafforzare sia il sistema immunitario che la barriera intestinale nel contrastare possibili sovrainfezioni batteriche. Comunque, dal momento che, in caso di Covid-19 i dati disponibili sull’efficacia dei probiotici sono ancora pochi, è bene che i clinici procedano sempre su base empirica, facendo leva sulle evidenze derivanti anche da altri ambiti clinici e valutando sempre il rapporto rischio/beneficio caso per caso».

 

Il progetto Biocure-PiLeJe sul microbiota

Il presente articolo è frutto di un progetto di collaborazione tra Nutrientiesupplementi.it e Biocure-PiLeJe che racconterà ai lettori, in sette puntate da qui a fine 2022, alcuni dei contenuti più interessanti tratti da La Revue des microbiotes (larevuedesmicrobiotes.com), rivista digitale del Gruppo PiLeJe, scaricabile in inglese e francese, gratuita e monografica, dedicata al mondo del microbiota. Obiettivo dell’iniziativa è fornire informazioni specializzate sul mondo del microbiota al fine di aumentare la competenza dei professionisti che operano nel campo della nutrizione e dell’integrazione. biocure.it - pileje.it

 

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