Presidente, ci racconta quando è perché è nata Sifnut?
La Società italiana dei formulatori in nutraceutica nasce nel 2019, semplicemente per “necessità”. Infatti con gli altri fondatori, ci rendemmo conto che, nel nostro lavoro quotidiano di formulatori, non avevamo una società scientifica di riferimento, una società scientifica, quindi super partes rispetto alle realtà aziendali, che contribuisse a dettare le linee guida per la corretta formulazione degli integratori e che guidasse coloro che ogni giorno creano le migliaia di referenze di integratori e prodotti con nutraceutici, presenti sul mercato e che fino ad allora si erano sempre basati su conoscenze prese in prestito talvolta dal mondo alimentare, per affinità regolatoria, talvolta, nel migliore dei casi, dal mondo farmaceutico, per affinità di forma di presentazione. Quindi, l’intento specifico di Sifnut è quello di costituire un riferimento tecnico e scientifico autorevole per i formulatori del settore nutraceutico, oltre che per i professionisti della salute, spesso confusi su quali siano i prodotti migliori da consigliare in mancanza di conoscenze in merito.
Quale attività avete svolto in questi 5 anni?
Dalla sua fondazione a oggi, la Sifnut ha promosso la cultura in ambito scientifico e tecnico-formulativo, attraverso la creazione di newsletter scientifiche a cadenza trimestrale, destinate ai soci, che di volta in volta affrontano le criticità formulative di un nutraceutico. Abbiamo organizzato un ciclo di webinar in cui alcuni membri del nostro board scientifico, tutti professori ordinari di università italiane, hanno condiviso conoscenza su temi come le tecnologie estrattive, i corretti test in vitro da effettuare e tecnologie formulative da effettuare. Inoltre, nonostante l’infelice periodo del Covid, che ha limitato di molto la possibilità di realizzare eventi in presenza, siamo riusciti a organizzare il nostro primo simposio nel 2020 in forma web e, poi, negli anni successivi in presenza, arrivando quest’anno al nostro 4° simposio nazionale, che si terrà il 25 ottobre, a Milano. Ancora, abbiamo patrocinato eventi e master universitari, in cui i membri del nostro board e, in particolare, del direttivo, hanno portato la loro esperienza di formulatori agli studenti, contribuendo a delineare meglio questa figura anche nell’ambito aziendale.
Quali sono i principali punti programmatici del suo mandato?
Nei prossimi 5 anni, oltre al mantenimento e all’incremento delle attività già implementate negli anni scorsi, ho in programma la creazione di un database, in area riservata ai soci, all’interno del nostro sito nel quale si raccoglieranno non solo tutte le newsletter, ma anche le pubblicazioni dei membri del nostro board ad arricchimento del materiale consultabile dai formulatori. Abbiamo, inoltre, in programma workshop di formulazione in laboratorio per passare dalla teoria alla pratica. Tip and tricks per la vita quotidiana del formulatore, attenzione ai risvolti pratici, quindi: una caratteristica che ha sempre contraddistinto tutte le attività della Sifnut e che vogliamo mantenere e incrementare come nostro tratto distintivo, in un settore dove spesso si parla, ma meno spesso si applica.
Quali, a suo giudizio, le principali sfide che l’industria di settore deve affrontare per la produzione di integratori efficaci e di qualità?
Abbiamo visto, negli ultimi 10 anni, da parte delle aziende del nostro settore, una corsa alla distinzione con la ricerca della tecnologia più avanzata, dell’estratto vegetale più “esotico”, della forma di presentazione più particolare. Credo, invece, che oggi, nel mare magnum di aziende che si sono affacciate al nostro mondo e di prodotti che affollano gli scaffali di farmacie e dei negozi più disparati, la sfida più grande, ma anche a mio avviso quella che sul lungo termine premierà di più, sia distinguersi attraverso la qualità, intesa in senso concreto e non come “quality washing”.
Quali, infine, gli ambiti normativi che necessitano ancora di maggiore chiarezza e definizione?
Nel nostro settore le aree normative non ancora ben definite sono moltissime. Mi sento, per urgenza, di citare, quelle relative al controllo della qualità dei prodotti, in particolare in termini di performance tecnologiche e di standardizzazione dei processi produttivi. In questo senso, proprio per la mancanza di normative specifiche, il nostro settore presenta altissima variabilità, con il risultato di avere sul mercato prodotti la cui qualità e i cui processi produttivi sono paragonabile a quella di un farmaco e altri in cui non si ha alcun controllo, a volte a stento i, pochi, requisiti di legge.
Nicola Miglino