Vitamina D e calcio: ruolo nel Covid–19

22 Giugno 2022

Pubblicato in Videointerviste

Andrea Giustina
Istituto di Scienze endocrine e metaboliche
Università Vita-Salute San Raffaele

 

Il gruppo dell’Istituto di Scienze endocrine e metaboliche dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano è stato pioniere nell’identificare il cosiddetto fenotipo osteo-metabolico del Covid-19, (recentemente descritto su Nature reviews endocrinology), di cui oltre alle già citate fratture vertebrali fanno parte l’ipovitaminosi D e l’ipocalcemia. La vitamina D è coinvolta attivamente nella prevenzione delle infezioni acute del tratto respiratorio e, in particolare, di quella da Covid-19 attraverso la sua azione antimicrobica. È, inoltre, capace di diminuire il rischio di malattia grave, grazie alla sua azione di riduzione della risposta infiammatoria. I Paesi dove il tasso di mortalità per Covid-19 è più alto, sono gli stessi in cui i livelli di vitamina D nella popolazione sono più bassi, e gli stessi soggetti ospedalizzati con forma severa di malattia, nella maggior parte dei casi, presentano una carenza dei livelli di vitamina D circolanti. Inoltre, le evidenze sottolineano come i pazienti positivi al Covid-19 presentino bassi livelli di calcio ionizzato, sia all’ingresso in reparto che durante la degenza. È dunque possibile che il fenotipo osteometabolico condizioni l’andamento della malattia e che rappresenti un utile target per il monitoraggio e la terapia del Covid-19.

Nicola Miglino

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