Consumi, boom di avocado e frutta esotica. Cresce la produzione italiana

21 Ottobre 2021

Scoppia la moda della frutta esotica made in Italy con le coltivazioni che in meno di tre anni sono raddoppiate superando i mille ettari fra Puglia, Sicilia e Calabria per affrontare le nuove temperature bollenti causate dai cambiamenti climatici. Tra i prodotti più in voga, l’avocado, che, secondo il rapporto Agricultural Outlook 2021-2030 di Ocse e Fao sarà il frutto tropicale più commercializzato entro il 2030, anno in cui la produzione dovrebbe arrivare a 12 milioni di tonnellate superando ananas e mango.

In Italia, le vendite di avocado crescono del 35% all’anno. Lo stesso vale per le importazioni che, a detta di Fruitimprese, sono aumentate del 49% nel primo semestre del 2021. Secondo Coop Italia, i volumi di vendita aumenteranno del 45-50% in un triennio, facendo da traino a tutto il mondo della frutta esotica.

Una tendenza che ha spinto molte aziende, soprattutto nel Sud Italia, a investire nella produzione di avocado. “Di origine sudamericana, è tra i frutti più consumati negli ultimi anni, simbolo della generazione dei Millennial, alla base di molte ricette, come la salsa guacamole ma non è l’unico tropicale che ha trovato casa in Italia”, sottolinea in un comunicato la Coldiretti.  “Con il caldo tropicale in Italia sono, infatti, arrivate nuove colture. Sempre più spesso nelle regioni del Sud prima si sperimentano e poi si avviano vere e proprie coltivazioni di frutta originaria dell’Asia e dell’America Latina dalle banane ai mango, dall’avocado al lime, dal frutto della passione all’anona, dalla feijoa al casimiroa, dallo zapote nero fino al litchi, per un consumo totale stimato in oltre 900 mila tonnellate a livello nazionale”.

Come ci ricorda Silvia Ambrogio, nutrizionista e divulgatrice, “l’avocado è un frutto molto diverso dagli altri perché contiene pochissimi zuccheri e molti grassi, circa 15 g per 100 g. Non solo, dei 9 g di carboidrati che contiene la maggior parte, circa 7 grammi, è fibra. Il mix, unico nel mondo degli alimenti vegetali, rende questo alimento molto saziante sia quando consumato da solo sia aggiunto alle ricette, oltre che un alleato prezioso di un buon transito intestinale. Grazie al tipo di grassi che contiene, acido oleico monoinsaturo, β-sitosterolo, campesterolo e stigmasterolo, si è dimostrato interessante nella prevenzione cardiovascolare e in particolare, si è messo in luce negli studi sulle dislipidemie perché contribuisce sia a ridurre colesterolo Ldl e trigliceridi, sia ad aumentare i livelli di colesterolo Hdl. Lo si considera un superfood anche per la sua ricchezza in potassio, superiore a quella delle più note banane”. (n.m.)

 

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