Prof. Cicero, cosa rappresenta oggi la nutraceutica in area medica?
La nutraceutica sta prendendo sempre più piede in diversi ambiti clinici come supporto alla modificazione terapeutica dello stile di vita o in aiuto alla terapia farmacologica, per ridurre il carico di medicinali o evitare l’utilizzo di quelli sintomatici. In assenza di sviluppo di nuove molecole per la primary care, l'impiego razionale di nutraceutici adeguatamente dosati può portare a un importante controllo globale di fattori di rischio o di sintomi fastidiosi piuttosto che di patologie subcliniche
C’è attenzione adeguata da parte degli addetti ai lavori verso questo mondo o prevale ancora molta diffidenza?
La fiducia cresce e i non convinti o detrattori sono sempre meno. La diffidenza, tuttavia, è alimentata dagli insuccessi legati da un lato ad aspettative eccessive e, dall’altro, alla presenza sul mercato di numerosi nutraceutici sottodosati e/o formulati in modo irrazionale.
Farmacisti, medici, nutrizionisti: quali le competenze da acquisire per ciascuno in questo ambito?
Il nutraceutico non richiede formalmente una prescrizione. Tuttavia, per ottenere un risultato auspicabile, il nutraceutico assunto dovrebbe avere una formulazione razionale a dose adeguata, essere consumato per un periodo corretto rispetto alla durata del disturbo, spesso in cronico, e per un'indicazione corretta. In questo senso, la preparazione dell'operatore sanitario, nessuno escluso, dovrà essere importante per riconoscere non solo i singoli ingredienti, ma anche il razionale farmacologico esistente per formulazioni complesse.
Quali sono, infine, le sfide principali, anche regolatorie, che il mondo dell’integrazione deve affrontare nei prossimi anni?
Il mondo dell'integrazione vedrà un inasprirsi delle regole di comunicazione associato a un lento tentativo della comunità europea di limitare la commercializzazione di integratori ai soli componenti più strettamente ottenibili con la dieta quali, per esempio, vitamina D, vitamina C, oligoelementi. D'altra parte, una vera sfida sarebbe che in commercio ci fossero solo prodotti testati in pazienti "standard". Tutto, direi, piuttosto onirico.
Di seguito il nuovo organigramma Sinut per il prossimo triennio:
Presidente: Arrigo F.G. Cicero
Vicepresidente: Giovanni Scapagnini
Segretario/Tesoriere: Maria Antonietta Bianchi
Consiglieri: Patrizia Andreoli, Vanna Bottà, Davide Grassi, Manfredi Rizzo, Gianni Sagratini, Gianluca Scuderi
Nicola Miglino