Allergie alimentari: consigli degli esperti su crostacei, pesce e arachidi

09 Giugno 2022

In Italia le allergie alimentari colpiscono il 6-10% dei bambini nei primi anni di vita e fino al 5% della popolazione adulta. Quella ai crostacei è la seconda causa di allergia alimentare primaria (13%). Rara, invece, l’allergia al pesce, ma è importante inquadrarla correttamente per evitare diete di eliminazione inappropriate. Per l’arachide, il fenomeno sembra concentrarsi prevalentemente nelle regioni settentrionali. Questi alcuni dei principali dati diffusi nei giorni scorsi dall’Associazione allergologi ed immunologi italiani territoriali ed ospedalieri (Aaiito), che ha voluto fare il punto su un argomento ritenuto vittima assai spesso di cattiva o fuorviante informazione sui media.

“Le allergie alimentari rappresentano certamente un rilevante problema di salute pubblica, ma, nell’immaginario collettivo, la loro prevalenza è enormemente sopravvalutata” sottolinea Riccardo Asero, presidente Aaiito. “Sulla base dei risultati ottenuti da recenti studi multicentrici condotti nel nostro Paese dall’associazione, possiamo fare chiarezza su tre importanti allergie: ai crostacei, al pesce e all’arachide. È importante chiarire questi argomenti spesso resi scarsamente comprensibili da informazioni provenienti da fonti non adeguatamente qualificate”

L’allergia ai crostacei rappresenta la seconda causa di allergia alimentare primaria in Italia (13%) ed esiste una correlazione con la sensibilizzazione agli acari della polvere. Crostacei e acari, così come i molluschi, sono invertebrati e hanno allergeni in comune, dei quali il più importante è la tropomiosina. La tropomiosina delle diverse specie di invertebrati è molto simile per cui un soggetto allergico a un crostaceo può reagire con la maggior parte degli altri crostacei.

In Italia l’allergia al pesce è rara rispetto a quella verso gli altri allergeni di origine animale. L’allergene più frequente è la parvalbumina che si trova nel muscolo, è resistente alla cottura e alla lavorazione delle carni, e può essere anche un aeroallergene durante la lavorazione e la cottura. Allergeni meno frequenti, recentemente riconosciuti, sono l’enolasi e l’aldolasi, meno stabili alla lavorazione e alla cottura. Allergeni minori sono contenuti anche nel collagene (quindi nella gelatina di pesce), nel sangue e nelle uova.

“Le persone allergiche al pesce sono molto raramente sensibilizzate verso gli altri prodotti ittici come i crostacei e non tutti devono evitare qualsiasi specie di pesce, in quanto esistono soggetti sensibilizzati solo a poche di queste o monosensibilizzati ed è pertanto importante inquadrarli correttamente per evitare inutili diete di eliminazione” chiarisce Gaia Deleonardi allergologa Aaiito, del settore Allergologia e Autoimmunità Lum, Ausl Bologna.

In Italia, infine, l’allergia primaria all’arachide, legata alla sensibilizzazione a proteine di deposito, è rara, si sviluppa in età pediatrica ed è più frequente nelle regioni del nord rispetto a quelle del centro-sud. I pazienti allergici  più spesso sono sensibilizzati a panallergeni come la Lipid trasfer protein (Ltp), presente in molti cibi di origine vegetale e potenzialmente responsabile di reazioni severe, o panallergeni pollinici come Profilina o Pr-10 a cui il paziente si sensibilizza attraverso i pollini e che nella maggior parte dei casi causano una sindrome orale allergica solo con l’alimento consumato crudo.

Così conclude Baoran Yang, allergologa Aaiito presso l’Asst di Mantova: “La terapia delle allergie alimentari si basa sulla dieta di esclusione e sulla terapia d’emergenza con adrenalina autoiniettabile nei pazienti con reazioni gravi. Esiste la possibilità di prevenire reazioni gravi secondarie all’ingestione occasionale di tracce di allergene con la desensibilizzazione, ossia la somministrazione controllata di quantità crescenti di allergene. Tale terapia è eseguita in centri specializzati e permette di migliorare la qualità di vita dei pazienti”.

Nicola Miglino

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…