Si tratta di un trial randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli che ha preso in esame 86 donne tra i 40 e i 60 anni. Per 12 mesi, una metà ha ricevuto 14 mg Bid di estratto di zafferano standardizzato al 3,5% in lepticrosalidi, l’altra metà compresse di placebo.
La valutazione dei sintomi a 4, 8 e 12 settimane del periodo di sperimentazione è stata effettuata tramite punteggi legati a questionari riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale: Gcs (Greene climateric scale) e Panas (Positive and negative affect schedule).
I risultati hanno rivelato significativi miglioramenti sotto il profilo psicologico nelle donne che avevano assunto l’estratto rispetto al gruppo placebo: Gcs ha evidenziato un -33% di ansia e -32% di depressione e lo stesso Panas ha mostrato riduzioni significative dei sintemi nella sfera cognitivo-comportamentale. Nessun effetto, invece, sui sintomi derivanti da una componete vasomotoria, quali vampate o sudori notturni. Non si sono registrati effetti collaterali importanti nel gruppo “zafferano” se non di carattere lieve a livello intestinale (per esempio, episodi di flatulenza o nausea).
“I meccanismi associati agli effetti antidepressivi e ansiolitici dello zafferano non sono ancora del tutto chiari, benché le evidenze suggeriscano un’azione su più fronti”, commentano gli Autori. Per esempio, conosciamo la sua capacità di influenzare i meccanismi di neutrasmissione piuttosto che quelli legati a infiammazione, asse ipotalamo/ipofisi, stress ossidativo, attività mitocondriale e neuroplasticità. Alterazioni a questi livelli sono da sempre stati messi in correlazione con disturbi dell’umore. In aggiunta, studi pre-clinici hanno mostrato un effetto dello zafferano su ormoni sessuali, dall’Fsh, all’Lh, al progesterone, agli estrogeni. Per quanto concerne il nostro studio, possiamo affermare che l’effetto dell’estratto a 12 settimane è un miglioramento dei sintomi legati al tono dell’umore, mentre nulla si determina su altri fronti, da quello vasomatorio a quello somatico. Dati i risultati, l’auspicio è che si possano avviare a breve ulteriori studi su donne in perimenopausa con un’ampia varietà di sintomi, utilizzando dosaggi differenti di zafferano e con la possibilità di effettuare anche misurazioni biologiche di marker per identificare correlazioni causa/effetto”.
Nicola Miglino