Professione nutrizionista: la proposta di Omceo Roma

21 Ottobre 2020

Con l’obiettivo di fare chiarezza sulle competenze delle diverse figure professionali, l’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Roma ha deciso di dare vita a una Commissione per approfondire tematiche specifiche in ambito nutrizionale avvalendosi della collaborazione di esperti.

“In Italia la variegata offerta universitaria ha portato alla formazione di diverse figure professionali che non sono integrate in un quadro di insieme e rischiano di ingenerare speranze di opportunità lavorative e confusione nell'utenza" spiega Lorenzo Maria Donini, Past-president Sisdca (Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare) e coordinatore della commissione Omceo. "La nutrizione umana rappresenta un ambito complesso, articolato in tre aree, di base, applicata e clinica, che richiedono competenze approfondite e specifiche. La nutrizione clinica, in particolare, è quindi una branca della medicina che si occupa di valutare, prevenire, diagnosticare e curare la malnutrizione e le alterazioni metaboliche nel malato, in gruppi di malati e nell’individuo a rischio nutrizionale. Le alterazioni dello stato di nutrizione devono ricevere una precisa diagnosi che non può limitarsi alla valutazione di altezza e peso e indici semplificativi ma prevedere un approccio multidimensionale affidato a un case manager che gestisca la filiera di esami clinici, effettui la diagnosi, prescriva il trattamento e segua il caso sino al follow up. Un vero e proprio percorso ascrivibile alla professione medica ma che si avvale anche della professionalità di altre figure”.

Altro aspetto non irrilevante è la semantica distinzione tra “elaborazione” e “prescrizione” della dieta.

“Il dietista riconosce il suo ruolo di elaboratore di una dieta, anche per patologia, su indicazione medica. Quindi il medico è prescrittore e il dietista è un elaboratore”, prosegue Donini. “La prescrizione di un intervento nutrizionale, così come quella di qualsiasi altro intervento terapeutico, presuppone conoscenze di fisiologia, fisiopatologia e patologia. Discipline che attengono al sapere medico. L’elaborazione dell’intervento nutrizionale è necessariamente un passaggio successivo alla prescrizione medica che può essere affidata alle altre figure professionali che operano nel settore”.

Il medico, dunque, come unica figura formata per valutare la complessità di un quadro clinico-nutrizionale.

“La mancanza di una valutazione complessiva dello stato clinico e la considerazione del solo parametro ponderale rischia di proporre interventi non solo inefficaci, inadeguati, ma a rischio del peggioramento o della cronicizzazione di uno stato di malattia”, dice Maurizio Muscaritoli, presidente della Società italiana di nutrizione clinica (Sinuc). “Aggiungo, poi, che interventi nutrizionali su soggetti con problematiche psicologiche ed emotive possono dare l'innesco a disturbi della condotta alimentare o al rischio di medicalizzare soggetti che invece non hanno bisogno di interventi curativi ma solo indicazioni sul corretto stile di vita nell'ottica di una medicina preventiva o di iniziativa. I master universitari e corsi di alta formazione svolgono un ruolo culturale di approfondimento ma non possono che innestarsi sul percorso di laurea e non generano speranze di lavoro per laureati di varie discipline. Solo la scuola di specializzazione in Scienza dell'alimentazione per laureati in medicina ha come finalità di far acquisire conoscenze nella nutrizione con un percorso di quattro anni e 240 Cfu”.

Il gruppo di esperti convocati dall'Ordine dei medici di Roma ha formulato una proposta di distribuzione di ruoli nella presa in carico di soggetti con malnutrizione per eccesso o per difetto qui di seguito riassunta.

Nicola Miglino

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