Covid-19, quale ruolo per gli integratori?

29 Ottobre 2020

Pubblicato in Videointerviste

Arrigo Cicero
Presidente della Società italiana di nutraceutica (Sinut)

 

In questa fase notiamo nuovamente una serie di messaggi non sempre corretti rispetto all’idea che l’integrazione nutrizionale sia la panacea per prevenire e talvolta addirittura trattare l’infezione da Sars-coV-2. La supplementazione va valutata in un’ottica squisitamente di tipo preventivo e finalizzata al mantenimento generale della funzione immunitaria. Dunque, non interventi specifici e altamente selettivi per la prevenzione dell’infezione da coronavirus ma al pari di quelli suggeriti per le più comuni infezioni del tratto respiratorio superiore. Ha quindi sicuramente senso, in caso di carenza, una supplementazione adeguata di vitamina D, così come di alcuni oligoelementi essenziali nella gestione della risposta infiammatoria e immunitaria quali zinco e selenio. Così come trova consenso l’impiego di alcuni nutraceutici come il trans resveratrolo o di fitoterapici specifici come i derivati da Pelargonium sidoides o echinacea. Con una raccomandazione: quella dell’integrazione nutrizionale è una scienza e in quanto tale, in una situazione drammatica dal punto di vista sanitario come quella attuale, non può essere lasciata al fai da te o a slanci emotivi, talvolta sfruttati anche a fini commerciali.

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