“Gli interventi dietetici stanno diventando sempre più popolari nel tentativo di contrastare l’osteoporosi e le prugne secche sono state ampiamente studiate come potenziale intervento in alcune fasce della popolazione”, sottolinea Connie J. Rogers, docente di Scienze nutrizionali e fisiologia alla Penn State University e coordinatore della review. “Ci sono prove crescenti che gli effetti protettivi ossei delle prugne secche siano collegati alla loro attività antiossidante e antinfiammatoria, ed è possibile che anche i cambiamenti a livello del microbiota intestinale conseguenti, legati all’azione di fibre e polifenoli, siano in grado di contribuire a esiti ossei favorevoli".
Tra i lavori presi in esame su Advances in nutrition, sedici studi preclinici su modelli animali di osteopenia/osteoporosi segnalano come un’integrazione di prugne secche nella dieta sia in grado di determinare effetti osteoprotettivi sia prevenendo la perdita ossea, sia facendola regredire.
Oltre agli effetti anti-riassorbimento, le prugne esercitano un’azione antinfiammatoria e antiossidante. In dieci studi preclinici si è visto che le prugne e/o loro estratti di polifenoli riducono la secrezione di malondialdeide e ossido nitrico, aumentano l'espressione di enzimi antiossidanti e contrastano la produzione di citochine pro-infiammatorie.
Passando agli studi clinici, ancora, purtroppo, in numero limitato, ricerche su donne in postmenopausa hanno mostrato effetti promettenti sulla salute delle ossa, indicando che il consumo giornaliero di 50/100 g può prevenire la perdita ossea. Inoltre, in donne in menopausa già con decadimento osseo, gli studi disponibili confermano l’azione antiossidante e la capacità di ridurre alcuni marker infiammatori.
“Purtroppo, sono ancora pochi i dati sull’uomo, conclude Rogers. “Le evidenze oggi disponibili sono però un’ottima base per avviare studi clinici randomizzati e controllati che includano la misurazione dei composti fenolici nel sangue e nelle urine per comprendere meglio gli effetti su stress ossidativo, infiammazione e microbiota intestinale. È l’unico modo per studiare da vicino le vie metaboliche che consentono ai nutrienti delle prugne di esercitare un effetto benefico a livello osseo”.
Nello studio pubblicato su Nutrients, ricercatori della Florida State University hanno cercato di testare l'effetto del consumo giornaliero di prugne disidratate sul metabolismo osseo in 35 uomini di età superiore ai 50 anni che avevano subito una perdita ossea in passato.
I primi risultati mostrano una riduzione dell'osteocalcina, un biomarcatore del turnover osseo, e un aumento del cosiddetto rapporto Opg:Rankl, indicando che le prugne disidratate possono avere un effetto positivo sullo stato osseo dopo soli tre mesi di consumo quotidiano. Questi risultati preliminari fanno parte di uno studio più ampio, i cui risultati non sono stati ancora pubblicati, ma la cui pubblicazione è prevista nei prossimi 12-18 mesi.
Nicola Miglino