Efsa: l’Ue riveda i limiti massimi di fosfati in cibi e integratori

19 Giugno 2019

L’assunzione di fosfati con la dieta può superare i limiti di sicurezza. Occorre dunque prendere provvedimenti, fissandone limiti massimi consentiti come additivi negli alimenti, integratori compresi. Sono le conclusioni di un complesso lavoro di analisi e studio condotto da membri del Panel on Food Additives and Flavourings dell’Efsa, pubblicato nei giorni scorsi e che ha proposto una serie di suggerimenti alla Commissione europea.

“Abbiamo riesaminato la sicurezza dei fosfati e, per la prima volta, abbiamo determinato una Dose giornaliera globale ammissibile – Dga - di 40 mg/Kg di peso corporeo al giorno”, sottolinea Ursula Gundert-Remy, presidente del gruppo di lavoro sui fosfati. “Poiché i fosfati sono anche sostanze nutritive essenziali per la nostra alimentazione, nell’approccio da noi adottato abbiamo definito una Dga che tiene conto del probabile apporto di fosforo da tutte le fonti, sia quelle naturali sia quelle derivanti dagli additivi alimentari. Tale dose corrisponde a un’assunzione di 2,8 grammi di fosforo al giorno per un adulto medio di 70 kg di peso corporeo". Gli esperti hanno stimato che, indicativamente, gli additivi alimentari contribuiscono dal 6 al 30% del consumo medio totale di fosforo.

Così Maged Younes, presidente del Panel Efsa: “Abbiamo stimato che l’esposizione alimentare ai fosfati potrebbe superare la nuova Dga in lattanti, bambini piccoli e bambini che abbiano una normale assunzione di fosfati dalla dieta e negli adolescenti con dieta ricca di fosfati. I dati che avevamo non hanno evidenziato  problemi di sicurezza per i bambini di età inferiore alle 16 settimane che consumino alimenti per lattanti o destinati a fini medici speciali contenenti fosfati”.

Per quanto riguarda la presenza di fosfati negli integratori alimentari, a oggi, si legge nel rapporto, possono essere usati quantum satis, cioè quanto tecnicamente necessario. Gli esperti Efsa hanno riscontrato che nei soggetti di età superiore a 3 anni che consumano periodicamente tali integratori, l’esposizione alimentare stimata può superare la Dga a livelli talmente elevati da causare effetti nocivi sui reni. Dice Younes: “Sulla base di queste valutazioni, raccomandiamo l’introduzione di livelli massimi consentiti di fosfati usati come additivi negli integratori alimentari anziché il quantum satis, nel quale non esiste un limite fisso”.

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