Estratto di pomodoro allevia i sintomi di iperplasia prostatica benigna

30 Giugno 2021

Un integratore a base di pomodoro si rivela promettente nel controllo dei sintomi di ipertrofia prostatica benigna (Ipb). La conferma, da uno studio coordinato dal centro di ricerca emato-oncologica (Crea) dell’Asst Spedali Civili di Brescia, pubblicato sul Journal of functional food, che ne ha indagato gli effetti in pazienti Hiv positivi con più elevato rischio di progressione di malattia, considerato il loro stato infiammatorio cronico. Ne abbiamo parlato con Luisa Imberti, responsabile del Crea di Brescia.

D.ssa Imberti, che ruolo gioca la dieta nel migliorare i sintomi in corso di iperplasia prostatica benigna?

Lo sviluppo di nuovi farmaci è un processo di lunga durata, non privo di incognite mediche e soggetto a mutevoli politiche commerciali. Ne deriva che un maggior ricorso ad alimenti della nostra dieta possa, al momento, essere una risorsa di più rapido ed efficace impiego. In questo contesto, studi sperimentali, epidemiologici e clinici convergono nel dimostrare che una dieta ricca di un beta carotenoide, il licopene, la cui sorgente dietetica principale è il pomodoro maturo, svolge un’importante attività salutare sulla prostata, uno dei distretti corporei elettivi in cui il licopene si concentra. Le stesse evidenze sottolineano che la molecola svolge questa attività in maniera ottimale se si verificano alcune condizioni legate alla bassa biodisponibilità delle forme trans del licopene presenti nel frutto, alla necessità che la dieta includa anche grassi, in particolare l’olio di oliva, e a una adeguata quantità regolarmente consumata. Quindi una dieta ricca in licopene nella forma cis, quella maggiormente assorbibile, per le sue attività
antiossidanti/antinfiammatorie, può aiutare a controllare la sintomatologia urinaria dell’iperplasia prostatica benigna, che è frequentemente associata a un’infiammazione cronica della ghiandola.

 Nello specifico, quali sono le proprietà benefiche del pomodoro in quest’ambito?

È sempre più evidente che l’attività salutare del pomodoro non sia riconducibile al solo contenuto in licopene. A questa contribuisce infatti l’insieme di altri nutrienti presenti nel frutto intero, dalle bucce ai semi, che contengono fibre e pectine, a cui si aggiungono quelli che si formano quando il pomodoro viene cotto in modo adeguato. Lavori sperimentali eseguiti sia in vitro che in vivo dimostrano, infatti, che i micronutrienti del pomodoro hanno potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, riconducibili alla riduzione della produzione di una citochina, l’interleuchina 6, o IL-6, e all’induzione dell’apoptosi, nonché antiangiogenetiche, transattivanti di recettori nucleari e modulanti l’attività di recettori degli androgeni.

Che studio avete condotto?

Il nostro studio è stato possibile grazie dalla recente disponibilità in commercio di una formulazione del pomodoro intero maturo arricchito in cis-licopene e in altri micronutrienti del frutto quali, per esempio, acido caffeico, prodotti Fru-His e chetoso-amine, che contribuiscono ad aumentarne le proprietà biologiche per la presenza nella preparazione di una calibrata quantità di acqua di vegetazione delle olive, che è sorgente di polifenoli.

Poiché, in precedenza, uno studio prospettico in doppio cieco randomizzato con placebo aveva dimostrato che questo supplemento alimentare era capace di ridurre significativamente la sintomatologia urinaria dovuta all’iperplasia prostatica benigna, abbiamo voluto verificarne l’efficacia e la sicurezza in uno studio con le stesse caratteristiche, ma effettuato in pazienti affetti da iperplasia prostatica benigna infettati da Hiv che, per il loro stato infiammatorio cronico, hanno un più elevato rischio di progressione di malattia.

Che risultati sono emersi?

Lo studio ha dimostrato che il consumo giornaliero per 12 settimane di 5 gr del supplemento alimentare, contenenti 23 mg di forme totali di licopene, è associato a un significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti e di tutti i sintoni di iperplasia prostatica benigna - analizzati mediante risposte all’International Prostate Symptom Score, unico questionario validato dall’Oms disponibile in italiano - del rapporto tra antigene prostatico libero e totale, associati ad una diminuzione della pressione sistolica e a una tendenza alla diminuzione dei livelli di Il-6.  Non abbiamo registrato alcun effetto collaterale nei pazienti arruolati.

Alla luce dei risultati, quali raccomandazioni di possono suggerire ai nutrizionisti per aiutare i pazienti con Ipb?

Sotto controllo urologico, che ne consenta una modulazione di somministrazione, l’uso del supplemento alimentare consente di raggiungere facilmente la quantità di pomodoro che secondo il World cancer research fund e l’American institute for cancer research è necessaria per ottenere effetti sulle patologie prostatiche, ovvero almeno 10 porzioni alla settimana. Infatti, l’assunzione di una dose dell’integratore alimentare, che possiede solo 17 Kcal, permette di raggiungere questa quantità evitando l’aggravio calorico derivante da una dieta ricca in cibi conditi con pomodoro.

Nicola Miglino

 

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